Previdenza complementare: No alla
confusione, sì alla chiarezza!
CGIL, CISL e UIL confermano il
giudizio negativo sulla legge di riforma della previdenza perché non affronta,
in modo adeguato, le questioni prioritarie per rendere socialmente sostenibile
il sistema pensionistico e più rispondente ai bisogni delle lavoratrici, dei
lavoratori e dei pensionati.
Il coinvolgimento delle parti
sociali
CGIL, CISL e UIL, nell’incontro
informale con il Ministro del Welfare del 1° dicembre u.s., hanno riaffermato
che la definizione dei decreti legislativi attuativi della legge di riforma
della previdenza deve realizzarsi tramite un reale coinvolgimento delle parti
sociali.
“L’espressione del silenzio –
assenso”
Con riferimento alla destinazione del TFR maturando, a partire
dall’adozione del decreto legislativo attuativo della legge delega, scatterà il
termine di 6 mesi entro il quale il lavoratore potrà:
·
scegliere la forma pensionistica complementare a cui
aderire;
·
dichiarare di voler continuare a mantenere il TFR in
azienda, senza destinarlo ad alcuna forma pensionistica complementare;
·
non esprimere alcuna scelta.
Nell’ipotesi in cui il lavoratore non effettui alcuna opzione, dopo 6
mesi dall’adozione di uno o più decreti legislativi, previsti dalla Delega
entro il mese di giugno 2005, scatterà il meccanismo del “silenzio –
assenso”, sulla base di una definizione
gerarchica puntuale fra le diverse forme previdenziali complementari, che veda
come primo naturale approdo quello dei fondi pensione di natura negoziale, nel
rispetto dell’autonomia contrattuale collettiva, costituzionalmente protetta.
Per i lavoratori assunti dopo
l’emanazione di detti decreti il tempo di riflessione di sei mesi, prima che
scatti il meccanismo di arruolamento tacito, decorrerà dalla data di assunzione.
Al lavoratore, secondo CGIL,
CISL e UIL, dovrà essere tra l’altro consentito di scegliere tra l’esplicita
destinazione del TFR alla previdenza complementare ed il mantenimento in
azienda del TFR stesso.
Si ribadisce con chiarezza che
per coloro che si siano già espressi mediante l’iscrizione ad un fondo
pensione, o che in seguito opteranno per il fondo pensione di proprio
riferimento contrattuale, la quota di TFR maturando da destinare al fondo sarà
quella stabilita dalla contrattazione collettiva, vincolante per le parti
sociali.
CGIL, CISL e UIL ribadiscono al Ministro del Welfare che, nell’adozione
del decreto legislativo sulla previdenza complementare, sia tenuta in massimo
conto L’esigenza di un’adeguata informazione per tutti i potenziali
aderenti alla previdenza complementare
CGIL,
CISL e UIL ritengono indispensabile che l’adozione del decreto legislativo
attuativo della delega venga preceduto da una vasta campagna informativa,
realizzata anche mediante la forma della pubblicità Progresso, che coinvolga tutte le
parti sociali interessate.
La
suddetta comunicazione dovrà illustrare chiaramente le caratteristiche ed il
grado di copertura previdenziale attuale e futura rispetto al proprio livello
retributivo, ponendo in rilievo l’esigenza di una prestazione pensionistica
complementare capace di integrare adeguatamente quella erogata dal sistema
pubblico obbligatorio.
La corretta informazione renderà
sempre più chiara a tutti l’esigenza di dotarsi di una effettiva copertura
previdenziale integrativa della pensione di base, rafforzata da livelli congrui
di contribuzione e dalla conseguente messa a disposizione del TFR, per
conseguire prestazioni adeguate in forma di rendita vitalizia e/o in forma
mista capitale-rendita.
L’equiparazione tra le forme
pensionistiche complementari e l’utilizzo del contributo dell’impresa
CGIL CISL e UIL ritengono che il
conferimento del TFR verso la previdenza complementare debba essere effettuato
prioritariamente verso le forme di previdenza complementare di tipo collettivo
e negoziato: fondi pensione negoziali e fondi pensione aperti ad adesione
collettiva purché, per questi ultimi, siano definite regole nuove di
trasparenza, funzionamento, responsabilità del fondo, sistemi di controllo sui
livelli di costo e sulle caratteristiche della gestione finanziaria..
CGIL CISL e UIL considerano contraddittoria e dannosa
l’eventuale confusione normativa tra le forme pensionistiche di tipo collettivo
e negoziale, dette di secondo pilastro, e quelle forme pensionistiche meglio
conosciute come scelte individuali di
terzo pilastro.
I vantaggi delle forme pensionistiche
collettive e negoziali
CGIL, CISL e UIL ritengono che i
fondi pensione collettivi e negoziali siano le forme pensionistiche più idonee
nelle quali far confluire sia il TFR maturando sia il contributo dell’impresa e
del lavoratore contrattualmente stabiliti. Tali fondi sono:
-
organizzati sotto forma associativa, garantendo il
rispetto del principio di pariteticità nella rappresentanza dei lavoratori e
dei datori di lavoro nella composizione degli organi di amministrazione e
controllo;
-
sono improntati a criteri di trasparenza, controllo
effettivo e prudenza nella gestione
delle risorse;
-
presentano livelli di oneri e spese per gli aderenti
notevolmente più bassi rispetto alle altre forme pensionistiche.
I benefici fiscali per gli aderenti
alla previdenza complementare
CGIL, CISL e UIL ritengono
urgente e necessario un miglioramento significativo del trattamento fiscale per
gli aderenti alle forme pensionistiche complementari, per quanto riguarda sia
l’imposizione sui rendimenti annui, sia
la deducibilità della contribuzione e la tassazione delle prestazioni erogate.
Per quanto attiene alle misure
di compensazione per la messa a disposizione del TFR maturando, CGIL, CISL e
UIL ritengono che il Governo possa farsi carico anche delle aspettative delle
imprese, in termini di coperture finanziarie nel bilancio pubblico.
la previdenza complementare nel settore
del pubblico impiego
Lo sviluppo della copertura previdenziale di
tipo complementare nel settore del pubblico impiego non è più rinviabile.
Occorre rendere esigibile per tutti lavoratori
del pubblico impiego la previdenza complementare, costituendo i fondi pensione
nei settori scoperti e avviando un confronto serio con il Governo sul
meccanismo della virtualità del trasferimento del TFR
Conclusioni
CGIL, CISL e UIL ritengono
pertanto utile proseguire il confronto sui vari temi della legge approvata. In
particolare sarà necessario affrontare anche i problemi relativi:
-
al superamento dello 0,20% (in base alla normativa vigente
tale contributo è destinato al Fondo di garanzia INPS per il TFR);
-
alla predisposizione di forme pensionistiche complementari
per i lavoratori atipici;
-
al rafforzamento delle forme di tutela e di garanzia delle
prestazioni di previdenza complementare.