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"CHI STA IMBROGLIANDO SULLA 63 bis?"

Assistiamo da tempo ad una notevole produzione di proclami e volantini, elaborati dalla RdB-CUB, nei quali facendo ricorso alle più consumate tecniche di disinformazione, anche con l’utilizzo di propri provocatori infiltrati nelle assemblee del personale, si propongono di raggiungere un solo scopo: denigrare le scriventi Confederazioni Sindacali con le argomentazioni più becere e squallide riservando, al contrario, un atteggiamento "più comprensivo" nei riguardi dell’Amministrazione mai, di fatto, messa in seria discussione nei propri comportamenti né internamente alla contrattazione integrativa e né, tanto meno, esternamente alla medesima.

Si vuole, quindi, falsamente far credere che le difficoltà che incontrano i lavoratori per vedere riconosciuti i propri diritti siano dovute alle azioni progettate e messe in campo dalle scriventi Confederazioni Sindacali - e sempre sottoscritte dalla RdB - anziché dalla caparbia e nota resistenza messa in atto da questa Amministrazione, riconfermata, fra l’altro e senza tema di smentite, nelle sue funzioni di potere anche grazie al contributo elettorale offerto dalla RdB stessa.

Cavalcare il disagio dei lavoratori interessati dall’applicazione della Legge 63 bis proprio nella fase finale della stessa, quando nessun sostegno serio e sostanziale è stato mai offerto nel travagliato e lungo iter (è bene ricordare a tutti che qualcuno è saltato sul carro di chi sosteneva un criterio interpretativo, che ha consentito di allargare la base degli aventi diritto da venti a 250 lavoratori, solo quando tutto ciò è stato acquisito attraverso la produzione di argomenti tecnico-giuridici incontrovertibili da parte delle scriventi Confederazioni Sindacali), può avere solo un duplice effetto:

  1. attribuirsi meriti che non si hanno attraverso il tentativo di far credere di avere a cuore l’interesse dei lavoratori interessati dalla 63 bis proponendo interpellanze parlamentari di dubbia efficacia;
  2. provocare un corto circuito tecnico-giuridico e interpretativo offrendo all’Amministrazione argomenti insperati che potrebbero causare L’ENNESIMO BLOCCO di tutta la procedura (alcuni precedenti, in tal senso, non mancano).

Pur riconoscendo l’assoluta onestà intellettuale dei colleghi che hanno inteso costituire un "COMITATO PER LA 63 bis" non possiamo non far rilevare come questo sia stato immediatamente targato e strumentalizzato politicamente dalla RdB, la quale ha notificato all’Amministrazione la costituzione di questo comitato su propria carta intestata. A tale riguardo osserviamo che i diritti del personale non si esauriscono con l’applicazione della 63 bis:

dov’è il "COMITATO PER L’APPLICAZIONE DEL CONTRATTO"? E quello "PER I DIRITTI DEL PERSONALE STRUTTURATO PRESSO LE STRUTTURE OSPEDALIERE" che subisce gli effetti devastanti derivanti dalla interpretazione che si sta dando del D. L.gvo 517/99? E il "COMITATO PER IL PERSONALE DANNEGGIATO DA Ristrutturazione Continua"?

Vogliamo una volta per tutte domandarci perché le uniche iniziative di denuncia che arrivano sul tavolo della controparte sono inviate dalle scriventi Confederazioni Sindacali?

Usare l’esposizione del personale attraverso ambigue forme di protesta a compartimenti stagni, serve soltanto a nascondere gli intenti e le responsabilità di chi si serve delle sacrosante rivendicazioni sindacali per scopi strettamente politici senza dover uscire allo scoperto.

Roma, 13 marzo 2002

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