Lettera aperta al personale interessato alla applicazione della 63bis

Visto il proliferare di comunicati della CISL (Tor Vergata) tendenti esclusivamente a gettare discredito sulla attività della CGIL in merito alla vertenza che vi riguarda, crediamo non sia più possibile evitare di rispondere, anche se avremmo preferito impiegare le nostre energie e il nostro tempo in modo diverso. Infatti la situazione generale internazionale di questi giorni e la situazione nazionale con i tanti problemi aperti per il mondo del lavoro ci farebbero preferire occupare il nostro tempo in modo migliore. Se non si ritenesse opportuno allargare troppo l’orizzonte dei nostri discorsi e della nostra attività, anche limitandoci ai problemi strettamente legati alle problematiche sindacali nell’università di Tor Vergata, ci accorgiamo che il nostro tempo dovremmo occuparlo proprio in altro modo. Abbiamo avuto per molti aspetti una prima applicazione del contratto giudicata da tutte le OO.SS. largamente insufficiente e impostata a criteri discrezionalmente stabiliti dall’Amministrazione. Non si intravedono neanche a regime le minime condizioni accettabili per applicare la mobilità verticale e orizzontale, istituti contrattuali che in molti atenei italiani hanno riguardato una grande parte del personale, rappresentando di fatto l’incremento economico più importante dell’ultimo CCNL. Senza addentrarci troppo, possiamo tranquillamente dire che lo stato delle relazioni sindacali con l’Amministrazione non sia certo dei migliori ed è tale che, secondo noi, soltanto con l’unità dei sindacati e dei lavoratori su obbiettivi definiti forse potrebbe consentirci di arrivare a dei risultati concreti ed accettabili. E proprio considerando ciò che la situazione che si sta venendo a creare tra le organizzazioni sindacali con la vicenda della 63bis rischia di essere particolarmente pesante nel confronto con l’Amministrazione, oltre a rappresentare anche un danno di immagine e di credibilità del sindacato verso i lavoratori. Per quanto attiene l’affermazione dei diritti del personale interessato alla 63bis, considerata l’intransigenza dell’Amministrazione e quindi l’ormai imminente avvio dei ricorsi, è ininfluente il fatto che si sia innescata questa "conflittualità" tra diverse organizzazioni sindacali, visto che certo non potrà produrre effetti sull’esito delle vertenze legali. Però rimane l’amara constatazione di una opportunità persa da tutti noi. Siamo partiti insieme, tanti lavoratori e tutte le sigle sindacali, potevamo fare di questa vicenda un motivo di rilancio dell’iniziativa sindacale e della capacità dei lavoratori di mobilitarsi per l’affermazione dei loro diritti, e invece siamo arrivati ai comunicati contro, alle insinuazioni maliziose, quasi all’insulto verso i rappresentanti di altre sigle sindacali.

E a questo punto si arriva ai comunicati della CISL, che casualmente cominciano con delle accuse verso la CGIL e poi finiscono sempre nel solito modo: noi siamo gli unici bravi e vi mettiamo cortesemente a disposizione le nostre strutture legali ….

Per quanto riguarda la prima parte di questi comunicati, quella dei farfugliamenti e delle accuse, possiamo in primo luogo semplicemente evidenziare i fatti che dimostrano la correttezza e la linearità dell’azione della CGIL in questa vicenda:

  1. Coerentemente a tutte le decisioni assunte in assemblea, la CGIL ha aderito e partecipato fattivamente a tutte le iniziative attivate per dare alla protesta dei lavoratori la massima visibilità, dalla partecipazione a tutte le assemblee programmate, alla raccolta di firme, al volantinaggio, alle iniziative davanti al Senato Accademico ed al Consiglio di Amministrazione. Ribadiamo, anche a consuntivo, la validità e il giudizio positivo su tutte le azioni intraprese
  2. In aderenza agli impegni assunti in assemblea, parallelamente alle iniziative di mobilitazione, ci siamo attivati per acquisire un parere legale da confrontare con quelli raccolti dalle altre sigle sindacali, e abbiamo comunicato alla successiva assemblea e per iscritto alle altre organizzazioni sindacali anche la disponibilità del nostro avvocato a partecipare a un collegio legale.
  3. Verificata nostro malgrado l’impossibilità di gestire unitariamente la vertenza legale, abbiamo attivato lo studio legale convenzionato con la CGIL, per predisporre gli atti per dare luogo alla vertenza
  4. Abbiamo organizzato una riunione con l’avvocato a cui abbiamo invitato tutti gli interessati, al fine di dare risposte tecniche ai molti quesiti di carattere legale che in questo periodo assillano più di un lavoratore.
  5. Dal 20 marzo inizia la raccolta delle adesioni (c/o la sede Cgil che resterà aperta nei giorni 24,27 e 31 marzo dalle ore 10 alle 12 - stanza 835 piano seminterrato edificio romanina) dei lavoratori al ricorso che si concluderà a fine mese con l’avvio formale della vertenza legale mediante presentazione dell’atto relativo al tentativo obbligatorio di conciliazione.

In secondo luogo riteniamo opportuno, anche al fine di evitare future speculazioni, ricapitolare e precisare il più possibile tutti gli aspetti legati alla azione legale che stiamo avviando.

Abbiamo proposto ai lavoratori una quota di partecipazione alle spese del ricorso, pari a € 15. Abbiamo specificato che questa quota vale per tutti, iscritti e non iscritti alla CGIL, e quindi ci sembra più che evidente che i costi legali che eccederanno la somma delle quote raccolte saranno a totale carico dello SNUR CGIL . Questo perché abbiamo in primo luogo cercato di non far esporre economicamente i lavoratori che oggi, rispetto alle loro giuste aspettative, si trovano ad essere significativamente penalizzati proprio sul piano economico, ed in secondo luogo perché riteniamo che questo ricorso abbia una valenza che va anche aldilà del diritto del singolo lavoratore alla giusta applicazione di una legge, e ciò per il fatto che già altri lavoratori dell’ateneo ne hanno beneficiato in termini diversi e che per giunta l’Amministrazione nella stessa delibera di avvio delle procedure, aveva assunto questo impegno di uniformità applicativa. E’ un ricorso quindi che deve servire anche più in generale ad uno stop nei confronti dell’Amministrazione verso questo suo atteggiamento spesso di scarsa considerazione ed attenzione nei confronti del personale tecnico e amministrativo.

Ribadiamo, la CGIL non ha nessuna intenzione di utilizzare questo ricorso per spingere i lavoratori ad iscriversi allettandoli con presunti vantaggi economici, ne tanto meno è mossa da qualsiasi aspettativa di trarne essa stessa vantaggi di tipo economico.

Intendiamo esclusivamente fornire degli strumenti ai lavoratori costretti a ricorrere alle vie legali per affermare dei loro diritti.

Solo ed esclusivamente nel caso di esito positivo del ricorso chiederemo ai ricorrenti di contribuire alla copertura effettiva delle spese legali sostenute dal sindacato, poiché come già evidenziato in assemblea, in questo caso non ci sembrerebbe giusto che lo SNUR CGIL e quindi in ultima analisi i suoi iscritti che lo finanziano con le trattenute sindacali, rimangano di fatto i soli contribuenti di questa vertenza. Visto che questa affermazione ha dato adito a qualche interessata e maligna interpretazione circa l’ipotetica decurtazione di chissà quale percentuale delle somme spettanti ai ricorrenti a favore del nostro sindacato, come se tutto ad un tratto la CGIL avesse intenzione di lucrare sui lavoratori e non di difenderne i diritti, precisiamo che comunque l’ulteriore contributo all’esito positivo del ricorso che potrebbe essere richiesto per la copertura delle spese effettivamente sostenute non sarà in nessun caso superiore a €120 a ricorrente. Abbiamo infatti richiesto preventivamente i conteggi allo studio legale, che considerando tutte le diverse variabili quali il numero di partecipanti al ricorso non ancora definito, le spese legali che il Giudice potrà riconoscere ecc., ci ha calcolato questo importo massimo. Ci teniamo in ogni caso a sottolineare che vista la convenzione esistente tra lo SNUR CGIL Lazio e questo studio legale, in altre occasioni abbiamo invece ragionato con i lavoratori interessati, senza mai alcun problema, su un puntuale riscontro a consuntivo delle spese sostenute e dell’onorario degli avvocati, e che quindi la nostra iniziale indeterminazione su questo aspetto derivava non certo da chissà quale recondito scopo bensì da questa collaudata e consolidata affidabilità e trasparenza degli avvocati dei quali ci avvaliamo.

Stante quanto fin qui ricostruito, pensiamo che l’accusa rivoltaci dalla CISL, almeno per quello che ci è dato di capire, e cioè che la CGIL punti tutto sulla soluzione politica e non creda nell’efficacia del ricorso, si possa commentare da sola:

come si fa ad affermare ciò, quando sul piano dell’attività legale abbiamo rispettato tutte le scadenze e tutti gli impegni assunti nei confronti dei lavoratori e per di più diamo quasi gratuitamente a tutti la possibilità di ricorrere?

Ha senso dire che non crediamo nell’esito positivo del ricorso, quando in caso di insuccesso ci accolliamo come sindacato la maggior parte delle spese?

Ed anzi quale migliore garanzia di impegno si può dare a un ricorrente se non quella di garantirgli il pagamento delle spese legali(per altro molto basse in considerazione delle nostre convenzioni con i legali) solo in caso di esito positivo del ricorso?

A questo punto, per rispondere a queste domande e capirci un po’ di più, crediamo sia opportuno analizzare la seconda parte di questi comunicati CISL, quelli che per intenderci finiscono sempre con il solito ritornello: venite da noi, la CISL mette a disposizione di tutti i lavoratori le strutture legali…

Noi della CGIL affermiamo di non voler sfruttare in nessun modo questo ricorso, anche la CISL lo può fare?

Per carità, non è che non sia loro pieno diritto proporre la partecipazione gratuita ad un ricorso legale a fronte dell’iscrizione al sindacato, e quindi fare del proselitismo sfruttando il ricorso. Noi non lo facciamo semplicemente perché auspichiamo che ci si iscriva alla CGIL per altre considerazioni, ma non è questo il punto.

Nessuno si sarebbe sognato di evidenziare questo aspetto se la CISL fosse andata per la sua strada.

Il punto è che ci sembra profondamente sbagliato se per far prevalere queste logiche di convenienza organizzativa, non si rispettano gli impegni, si debba attaccare gli altri, si ingenera confusione e disinformazione, si fa dell’allarmismo, si rompe l’unità sindacale creatasi su questa vicenda.

Siamo convinti infatti che per qualche iscritto in più la CISL non ha esitato a partire subito da sola con azioni di carattere legale, sottraendosi di fatto all’impegno assunto con i lavoratori in assemblea e con le altre sigle sindacali, di arrivare ad un confronto di merito sulle questioni legali e verificare insieme le modalità più opportune per gestire i ricorsi.

Per qualche iscritto in più non ha esitato ad ingenerare infondato allarmismo circa i tempi di cadenza dei termini per la presentazione del ricorso.

Siamo convinti che la CISL ha attaccato ripetutamente la CGIL e i suoi dirigenti e non altri, esclusivamente perché sul versante legale abbiamo creato per primi una valida alternativa al loro ricorso.

Per colpa nostra forse la CISL farà qualche iscritto in meno rispetto a quanto aveva previsto. Ci dispiace sinceramente, ma credeteci volevamo semplicemente fare la nostra parte, fornire tutto il nostro appoggio e supporto organizzativo a dei lavoratori a cui non sono stati riconosciuti dei diritti e che non sono stati trattati con equità da questa Amministrazione.

Continueremo con serenità e trasparenza e con una speranza, quella di riuscire la prossima volta ad unire e non a dividere.

Roma, 20 marzo 2003

SNUR CGIL Tor Vergata SNUR CGIL di Roma e del Lazio