ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL-Università, CISL-Università, CNU, FIRU,
FLC-CGIL, NIDIL-CGIL, SNALS, UDU, UIL PA-UR
COMUNICATO - 21 OTTOBRE 2004
Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni della docenza universitaria, le Associazioni dei precari e degli studenti nel corso degli anni hanno elaborato articolate proposte su tutte le questioni che stanno travagliando il mondo dell’Università, dell’Alta Formazione e della Ricerca. Su queste proposte le Organizzazioni e le Associazioni della docenza hanno cercato sempre il confronto con tutte le forze politiche e con tutti i livelli istituzionali. Tra questi l’interlocutore più disattento e sordo è stato il Ministro Moratti: per due anni, nonostante le ripetute richieste, si è rifiutato di ricevere le Organizzazioni sindacali. Quando finalmente ha deciso di farlo, si è limitata ad ascoltarne gli interventi e poi a proporre tavoli tecnici: questi tavoli sono stati del tutto inutili per l’assoluto rifiuto del confronto. Ancora oggi la disponibilità del Ministro e dei suoi uffici al dialogo sull’Università è solo mediatica (così come è avvenuto per la riforma degli Enti di ricerca e della Scuola): finora non una delle proposte avanzate è stata accolta, solo alcuni punti marginali appaiono essere stati accolti. Sui punti qualificanti il rifiuto è assoluto.
Li ribadiamo ancora una volta; per chi vuole avere memoria sono ben noti.
Ciò ricordato al Ministro Moratti ed agli opinionisti che cadono sempre dalle nuvole, ribadiamo che l’attuale comportamento dei professori e ricercatori universitari (l’astensione dalle supplenze) non è affatto e non è ancora una forma di lotta sindacale: semplicemente i professori e i ricercatori non fanno ciò che non sono tenuti a fare, ma che hanno fatto volontariamente finora tenendo in piedi l’Università.
Dall’inizio dell’anno le Organizzazioni sindacali e le Associazioni della docenza universitaria si sono impegnate in modo ancora più forte: basti ricordare la grande assemblea nazionale a Roma del 17 febbraio e lo sciopero nazionale (significativamente unitario: dell’Università, compreso il personale tecnico-amministrativo, dell’Alta Formazione, della Ricerca) con una manifestazione a Roma che ha visto insieme tutti con i precari e gli studenti.
Il disegno di legge delega sullo stato giuridico è il completamento dell’opera di distruzione dell’Università pubblica da parte del Ministro Moratti: una Università precarizzata semplicemente non sarà più un’Università.
Per questo alle Organizzazioni, per la prima volta, si sono affiancate anche le massime istanze delle Università, praticamente tutti i Senati Accademici, i precari e gli studenti. Non a caso nemmeno una Università privata.
Davanti alla pervicacia del Ministro, l’unica possibile risposta – ieri e oggi - è la richiesta del ritiro del disegno di legge delega e non solo perché è a costo zero. Questo disegno rimarrebbe pessimo, anche se vi venissero immesse delle risorse.
Invece devono essere immediatamente reperite risorse per il bando nei prossimi anni di almeno 20.000 posti in ruolo per i giovani, anche in previsione del pensionamento di quasi la metà degli attuali professori e ricercatori nei prossimi anni. E basta con il blocco delle assunzioni del personale docente e tecnico-amministrativo!
Le Organizzazioni sono state e sono sempre pronte al confronto con chiunque, in primo luogo i livelli istituzionali; ma esse non delegano a nessuno la funzione di rappresentanza che è loro propria.
Le Organizzazioni confermano la settimana di mobilitazione tra l’8 e il 12 novembre; invitano i Senati Accademici e i Consigli di Facoltà a partecipare alla protesta ed a fare tutto quanto in loro potere perché essa sia forte;
invitano gli studenti a essere protagonisti di questa fase di scontro per una loro Università migliore, per un vero diritto allo studio, per evitare un’improvvida ed affrettata pseudoriforma della didattica; invitano i mass media a dare la massima rilevanza alle ragioni della protesta.
Per una Università e un Paese migliori.
Roma, 21 ottobre 2004
Prot. n. p152