CINEMA E SCIENZA

 

Il nostro è stato il secolo della scienza, delle sue ricerche e delle sue scoperte, che con le relative applicazioni tecniche e tecnologiche hanno tanto influenzato e modificato le condizioni di vita individuali e sociali. Ma il Novecento è stato anche il secolo del cinema che, d’altronde, prima ancora che come industria e linguaggio, nasce come invenzione scientifica e, appunto, come applicazione tecnica. Nel corso del secolo i rapporti tra il cinema e la scienza si sono sviluppati, sostanzialmente, in due direzioni. La prima, del tutto specialistica e marginale, ma comunque importante, è stata ed è quella del cinema scientifico", cioè della produzione di film a carattere documentaristico che mostrano, spiegano,divulgano le diverse conquiste e applicazioni della scienza (esempio:il filmato di un’operazione chirurgica fatta con nuove apparecchiature). L’altra direzione, la più nota e diffusa socialmente, è quella che vede la scienza presa come soggetto - come - materiale primo - idoneo alla trattazione cinematografica - di film di finzione indirizzati al pubblico delle sale cinematografiche. In questo caso, data la vocazione narrativa e spettacolare del cinema, non stupisce che la scienza rappresentata nei film assuma i caratteri della "fantascienza", contribuendo a fondare un genere distinto, anche se non di rado contaminano con altri, come,ad esempio, quello della "fantapolitica", dove spesso i conflitti politici, con i connessi drammi morali, riguardano l’uso di origini (come la bomba atomica) creati dalla scienza. Si è quindi determinato anche nel cinema la stesso processo, insieme di appropriazione-riduzione e di trasformazione-creazione, già verificatosi nel campo della letteratura: e del resto non sono pochi i romanzi di fantascienza che sono stati trasferiti sullo schermo. La spinta avveniristica e l’alone di mistero che gli occhi dei profani ( stragrande maggioranza) connotano la scienza, sono diventati, nel cinema e nella letteratura, gli ingredienti principali che, unitamente al gusto per l’avventura,rendono la "fantascienza",ovvero l’elaborazione fantastica di dati scientifici proiettata in un futuro più o meno lontano, un genere non solo molto particolare, ma anche molto popolare, appunto perché consente di raffigurare lo sconosciuto, l’imprevedibile, il meraviglioso, mettendoli in rapporto con il normale, il quotidiano,l’atteso.

Al di là del divertimento e delle sorprese, prodotte soprattutto dagli " effetti speciali", i film di fantascienza, nei loro esiti più alti, finiscono per rispecchiare ansie, paure, speranze che sono del presente e di tutti, non sono soltanto occasioni di evasione, ma possono offrire anche, quando le regole del genere vengono piegate dalle ragioni dell’arte filmica, motivi di riflessione.

I film che compongono il ciclo di proiezioni previsto nell’ambito della manifestazione promossa dall’università di Tor Vergata nell’ambito dell’Estate romana appartengono, per la maggior parte, al genere fantascientifico, e includono alcuni capolavori del genere stesso, a comunicare da 2001 Oissea nello spazio di Stanley Kubrick. Accanto ad essi figurano altri film che, in qualche modo, rimandano alla scienza o a problematiche scientifiche, sia pure calate, mediante, nella narrazione di vicende umane. Anche questi film, e in modo ancor più evidente, lasciano scorgere come e quanto la scienza, pur con il suo alto tasso di specializzazione, di competenze specifiche, non sia un ambito neutro e separato, e quanto, invece, sia parte essenziale del divenire storico e del destino dell’uomo.