Da Diocleziano alla famiglia di Costantino



multiplo di aureo di Diocleziano, zecca di Roma, 287 d.C.


Nell'anno 294 d. C. nell'estremo tentativo di salvare il sistema augusteo, Diocleziano varò una riforma che investiva sopratutto la monetazione bronzea. Il nominale più importante è una moneta essenzialmente di bronzo, di 10 grammi, con un fino argenteo del 2,5-3,5%. Oggi viene denominato nummus o follis. Ma ben presto anche tale moneta fu ridotta di peso e titolo.

Data la gravità della situazione, cui la riforma non aveva potuto portare rimedio, per il vertiginoso aumento dei prezzi, Diocleziano fu costretto a fissare un calmiere, emanando un editto, il ben noto edictum de praetiis, con cui erano fissati i limiti di costo di varie mercanzie, dalle necessarie alle superflue, con molta oculatezza. Naturale consegenza fu la scomparsa di certi generi dal mercato ed una situazione sempre più fallimentare, anche per la difficoltà di governare un impero così grande e disomogeneo.



medaglione d'oro di Costantino con Costantino che regge il globo a significare la capacità dell'imperatore di rimettere ordine nella società, zecca di Tessalonica, 326 d.C.


La divisione tra i due Augusti e i due Cesari non riuscì ad alleviare la situazione economica e Costantino dové porre mano ad una riforma radicale, che pur non interrompendo le emissioni argentee, poneva al centro del sistema la moneta d'oro, il solidus, che si sostituiva al precedente aureus.