La Moneta greca


Il frazionamento politico del mondo greco determinò un analogo frazionamento delle emissioni; il sistema monetario, quindi, non fu unitario come fu poi quello romano.

Le diverse città, comunità statali, emisero monete con una propria tipologia ed un proprio peso. L'entità delle emissioni varia in rapporto con le diverse situazioni storiche e politiche; alcune città coniarono moneta solo come segno di autonomia e dignità statale ed in minima quantità, altre utilizzarono largamente la moneta a livello locale e, più raramente "internazionale".

Solo Atene

tetradrammo, 440-425 a.C.

e Corinto

statere, 340-307 a .C.

furono centri di produzione di moneta a grande diffusione, valicando di gran lunga i confini regionali. I tipi, che sono un immediato riferimento alla città, subirono solo variazioni stilistiche, restando gli stessi negli anni.

La colonizzazione del Mediterraneo occidentale, e i contatti, sia pacifici che militari, fecero conoscere ed usare la moneta anche in occidente. Popoli di marcata tradizione mercantilistica, come i Cartaginesi che per secoli avevano svolto i loro traffici senza il tramite monetale, quando vennero in contatto con i Greci di Sicilia, iniziarono una fiorente emissione nei tre metalli. Analogamente Roma, al momento dell'incontro con le popolazioni greche dell'Italia meridionale, affiancò al suo sistema monetario bronzeo un sistema basato sulla valuta di argento.

Con l' età ellenistica (dopo la morte di Alessandro Magno, nel 323) e la formazione dei grandi regni, le emissioni autonome andarono progressivamente scomparendo.

L'avvento di Roma e la costituzione della provincia di Acaia (168 a. C.), ponendo fine alla autonomia politica della Grecia, segnò anche la fine delle emissioni propriamente greche.