La riforma di Nerone


Nel 64, a meno di un secolo dalla fondamentale riforma augustea, Nerone, l'ultimo imperatore della casa giulio-claudia ( 54-68 d.C.), avvertì la necessità di apportare alcune modifiche al sistema.

Innanzitutto fu abbassato il peso dell'aureo da gr.7,80 a gr.7,30 e quello del denario da gr.3,90 a gr.3,41.

Fu diminuito anche il tenore di fino (percentuale di argento) del 5/8%.

Scopo della riforma era probabilmente da una parte quello di avvantaggiare le nuove classi sociali più attive scambiando un buon pezzo d'oro di gr.7,30 con 25 denarii di soli gr.3,41 e dall'altra di rimpinguare le casse dello Stato, diminuendo il contenuto argenteo e mantenendo immutato il valore nominale della moneta.



sesterzio di Nerone con la raffigurazione del Porto di Ostia, zecca di Roma, 66-67 d-C.


Dal punto di vista tipologico il dupondio viene contraddistinto dall'immagine dell'imperatore con corona radiata, forse per facilitarne la distinzione dall'asse. Queste due monete, infatti, avevano pesi e diametri simili.