Con il termine monete di restituzione si allude a quelle monete che in varie epoche, in particolare flavia e traianea, presentavano la ripresa di tipi di imperatori precedenti, con intento politico e propagandistico.
Tra le monete di Augusto più note, riprese da Vespasiano, vi ne sono principalmente due: quello con al R/ i due rami d'alloro e quella con al R/ la corona d'alloro e la legenda OB CIVES SERVATOS, a sottolineare che Vespasiano, come Ottaviano, ha salvato l'impero dalla guerra civile. Un'allusione simile è legata alla moneta, anche questa di Augusto, con al R/ il capricorno sul globo.
aureo di Vespasiano, zecca di Roma, 69-79 d.C. sesterzio di Augusto, monetiere L.Naevius Surdinus di Roma, 23 a.C.
denario suberato di Vespasiano, 69-79 d.C. denario di Augusto, zecca di Emerita, 22-19 a.C.
denario di Vespasiano, zecca di Roma, 74 d.C. denario di Augusto, zecca di Colonia Patrica ?, 18-16/15 a.C.
Significative sono anche le monete che presentano al R/ il simpulum, l'aspersorio ed il lituus (simboli pontificali), che come quelle di Augusto, alludono chiaramente al pontificato massimo, carica suprema della religione romana, rivestita dall'imperatore.
denario di Augusto, zecca orientale, 31-29 a.C.
Di grande importanza, perchè esprime in maniera eloquente la volontà di Vespasiano di ricollegarsi alla concezione del principato augusteo e quindi alla sua auctoritas, è la presenza di Venere, raffigurata di spalle, appoggiata ad una colonna con armi in mano, ripresa da monete augustee. Questa dea, progenitrice della famiglia giulia e simbolo della vittoria, veniva ad assumere nel culto imperiale non solo un significato dinastico, ma anche celebrativo ed augurale.