Pompei - Casa dei Vettii, affresco con scena di coniazione.


L'esempio di Pompei


I rinvenimenti monetali si dividono in due tipi fondamentali a seconda delle condizioni in cui essi si presentano: 1- esemplari isolati o sporadici 2- esemplari rinvenuti in nuclei più numerosi o ripostigli. Gli esemplari erratici e sporadici,in quanto persi casualmente sono spesso documento della circolazione vera e propria e si qualificano per la natura del loro intrinseco e per lo stato di conservazione.

Le aree di rinvenimento più comuni sono aree di grande frequentazione antropica, come fori,arene,terme,santuari.

Per quanto riguarda il secondo tipo di rinvenimento,la sottrazione del numerario dal mercato avviene in maniera conscia e quindi ci troviamo di fronte ad una sottrazione che rappresenta il dato numismatico di maggiore rilevanza.In seno a questa categoria di ritrovamenti si possono attuare ulteriori partizioni,una delle quali è rappresentata dal cosiddetto"ripostiglio di circolazione"con cui si intende generalmente un ripostiglio caratterizzato da esemplari non selezionati nel tempo e spesso di natura eterogenea. Casi classici si segnalano in località che hanno visto troncarsi improvvisamente la vita come Ercolano e Pompei.

Casa della suonatrice

Gli studi sulla circolazione monetale nel mondo antico acquistano un significato particolare a Pompei dove la situazione monetale per le cause stesse della catastrofe è stata fotografata nella pienezza della sua realtà; infatti la composizione dell'enorme "ripostiglio" - come si configurano le monete restituite dagli scavi di Pompei-con una data di seppellimento ben precisa trae origine non da un fenomeno di tesaurizzamento, cioè da una scelta dei pezzi di maggiore valore intrinseco, ma dalle necessità della vita quotidiana .

Risale al 1950 l'articolo di L.Breglia, pubblicato in una miscellanea edita in occasione del bicentenario degli scavi di Pompei, in cui, per la prima volta, veniva affrontato lo studio della circolazione monetale.

La circolazione monetale si basa, nella vita pratica, essenzialmente sulla valuta enea, mentre percentualmente, meno frequenti, appaiono i rinvenimenti di denari argentei e addirittura rari quelli di monete d'oro. Tale conclusione è il risultato non solo dello studio della proporzione relativa della valuta nei tre metalli, ma anche è confermata dalle condizioni in cui si si verificano i rinvenimenti.

Il numerario circolante a Pompei all'epoca dell'eruzione del 79 d.C. è stato spesso recuperato nei pressi di uno scheletro , probabilmente il possesore e . mentre in molti casi, l'eseguita' del gruzzolo assicura che esso rappresenta solo il peculio normale della borsa di un modesto cittadino , in altri casi ,la maggiore entità della somma ed il coesistere con essa di oreficeria o di argenti, ci attesta che il gruzzolo rappresenta l'intero patrimonio liquido che il pompeiano fuggiasco cercava di portare via con sè . In altri casi ancora, più rari , il tesoro è stato rinvenuto con ori e argenterie serbato o nascosto nella casa con un criterio di scelta e di tesaurizzamento. Esaminando la costituzione delle tre categorie enunciate, noi troviamo , tanto l'oro che l'argento presenti soprattutto nei due ultimi tipi di rinvenimento : l'argento torna qualche volta in piccole quantità anche in un gruzzoletto occasionale, l'oro non vi compare mai o in linea del tutto eccezionale. E' evidente che tanto l'uno quanto l'altro metallo, più che alla circolazione quotidiana, sono chiamati a costituire, soprattutto l'oro, la riserva, il patrimonio di famiglia.

Alla vita giornaliera era sufficiente la valuta enea. Inoltre, percentualmente, possiamo affermare che poco meno del numerario circolante nel 79 d.C. è costituito dalla valuta di Vespasiano, cui a seguito nella proporzione, circa 1/4 di monete di Nerone e nel restante materiale la percentuale più alta è costituita dal numerario repubblicano in argento e in bronzo cui seguono le valute di Claudio e di Tiberio, poi le emissioni di Galba, Agrippa, Augusto, mentre scarse restano quelle di Tito e di Domiziano. Un dato interessante riguarda in particolare per l'argento: se, per la riforma di Nerone effettuata nel 63-64 d.C. che riduce il denario da 1/84 ad 1/46 di libra, i denari anteriori a tale data, soprattutto repubblicani, erano ritirati dalla circolazione per guadagnare nella fusione la differenza in peso del metallo, la circolazione monetale a Pompei, fermata nel fatidico anno del 79 d.C., ci dimostra che ancora molto numerario pre-neroniano era sfuggito alla fusione e sopravviveva in forte percentuale nelle casse dei privati.Tuttavia, l'importanza di tale considerazione è temperata dal fatto che fra i denari repubblicani sono frequenti le emissioni legionarie di M.Antonio, che per essere di bassa lega e quindi di minore valore intrinseco sopravvivono lungamente nella circolazione monetale dell'impero.Molto interessante è inoltre la presenza di monete della Magna Grecia, attestata varie volte nei rinvenimenti; per lo piu' esse provengono da zecche greche della Campania. Accanto alla grande maggioranza di monete di Roma e a qualche esemplare romano-campano, i ritrovamenti comprendono monete di Paestum, di Reggio, di Sicilia, di Spagna ecc.

Tutto questo è di estrema importanza per la individuazione delle linee commerciali di Pompei e dell'area campana.

Ai fini dello studio della velocità di diffusione delle monete nel I secolo dell' impero, si mostrano significativi i ritrovamenti di denari di Vespasiano con l' indicazione del consolato VIII datato al 77 d.C. già segnalato da L. Breglia, in seguito affiancati dai ritrovamenti di altre due monete recanti l'indicazione della 19° carica imperatoria che risale al 78 d.C., cioè all' ultimo anno di vita dell' imperatore. Tuttavia l'importanza di tale affermazione è temperata dalla vicinanza di Pompei a Roma che, quindi, riduce la valenza assoluta del dato. Passando ad una valutazione più specificamente economica, va notato che per l'entità dei vari gruzzoli monetali rinvenuti a Pompei, si presenta in genere poco rilevante. Del resto se dall'esame delle tavolette cerate di L. Cecilio Secondo si riscontra un movimento bancario di appena 38.078 sesterzi, è chiaro che l'entità del capitale liquido di una famiglia è di gran lunga inferiore. In particolare, il contenuto dei rinvenimenti che ci rendono il contenuto del portamonete (mucchietti di poche monete per lo più in bronzo recuperate talora con frammenti di tessuto in mezzo ad ossa umane nel punto dove evidentemente il denaro veniva conservato) oscilla fra i 2 e i 20 sesterzi nè mancano borse modestissime il cui contenuto consta di pochi assi, povero peculio di povera gente che tuttavia doveva essere sufficiente al suo sostentamento e alla sua vita. Il dato numismatico, inoltre, viene a coincidere con il dato epigrafico ed in particolare con una nota che documenta la spesa per nove giorni consecutivi di una famiglia di tre persone che ci porta ad una spesa quotidiana di circa sei sesterzi. Quindi se il costo del mantenimento di una famiglia è dunque di 6-7 sesterzi, appare naturale ritrovare nella borsa del pompeiano medio una somma che si aggira fra i 2 e 20 sesterzi; non stupisce quindi che una famiglia che conserva una somma liquida di oltre mille sesterzi sia una famiglia ricca. A questa sommaria carrellata di dati,tutti però significamente interessanti ai fini dello studio della circolazione monetale a Pompei, resta da aggiungere la distinzione topografica che operata dalla E.Pozzi Padini, in cui il territorio viene suddiviso in diverse "Regiones" fra cui, di particolare interesse risulta la strutturazione della zona della città corrispondente alle Regiones 1° e 2°; l' impianto delle attrezzature sportive quali l'anfiteatro e la palestra-che occupano gran parte della Regio 2° -sembra aver influenzato lo sviluppo della Regio 1°,che comprende tra l'altro grossi spazi destinati ad orti coltivati, sistemati in connesione ad impianti di tipo albeghiero; pertanto i rinvenimenti monetali che segnalano la presenza di numerosi e a volte cospicui gruzzoli nella Regio 1°risultano di notevole importanza. Certamente diversa è la strutturazione della Regio 2° contenendo essa numerose case di tipo patrizio.

Alla luce dei dati rilevati, Pompei si presenta quindi di fondamentale importanza per lo studio della circolazione monetaria.