Per quanto riguarda la tipologia, si conoscono 18 tipi principali più 5 varianti, da cui si può dedurre che Enrico VI provvede a una media di 6 emissioni l'anno, nei 3 anni di regno.

Importanti sono i tarì coniati ad Amalfi in cui si trova il volto dell'imperatore con la leggenda HENRICVS SEXTVS; per la prima volta la serie amalfitana non presenta più tracce di cufico, questi tarì hanno carattere celebrativo. Nel 1195 si istituisce una zecca a Brindisi che conia un denaro del peso di circa g. 1 con al rovescio la scritta APULENSINS, come nella monete di Guglielmo II, quasi a voler sottolineare il collegamento con la casata degli Altavilla.

Dopo un primo periodo in cui segue i canoni della monetazione normanno-araba, Enrico si avvicina alla monetazione del Regno di Sicilia dell'Italia dei comuni; in questa fase i cambiamenti si notano sia nella tipologia sia nel peso.