Nel secondo periodo che inizia nel 1209, con il matrimonio di Federico con Costanza d'Aragona, vengo coniati 2 denari con il nome della regina nel rovescio, che poteva essere scritto per intero o siglato.

I tarì ora si arrichiscono di contrassegni : globetti da 1 a 6, l'aquila araldica con o senza corona o una serie di iniziali del nome dell'imperatore. Solo nel terzo periodo i tarì avranno sempre l'aquila araldica imperiale con al dritto il nome siglato dell'imperatore e il titolo imperiale a caratteri latini.

Da pochi anni si è scoperto l'unico denaro coniato nel primo periodo, tra il maggio e il novembre del 1198, nella cui legenda Federico è indicato come re di Sicilia.

Nel 1213, un anno dopo l'incoronazione di Federico a re dei Romani e di Germania, è emesso un denaro con due titoli reali nella leggenda, questo resta uno dei denari più rari di Federico. L'anno successivo si conia l`ultimo denaro della serie "reale" caratterizzato da un astro beneagurante a 6 o 8 raggi. Infatti il denaro coniato nel 1220 e` dovuto all'incoronazione imperiale di Federico, nella leggenda appare la scritta FEDERICVS/IMPERATOR.

Durante i 50 anni di regno di Federico II le emissini di denari sono circa 18, si passa da una lega discreta di biglione di 250, a una di appena 31 millesimi di argento fino.

In questo periodo il bisogno di denaro si fa sempre più impellente essendo questi gli anni delle Crociate, delle guerre con i comuni. Federico per far fronte alle sue neccessità abbassa la percentuale di argento nelle monete, senza diminuirne il valore nominale. Così che il numero di denari necessari per fare un tarì non aumenta in proporzione con il diminuire della percentuale d'argento. Come si sa ogni nuovo denaro annulla quello vecchio così che la popolazione è costretta ogni volta ad uno scambio che in questo caso è vantaggioso solo per l'Impero, restituendo un denaro con una percentuale più alta di quello che si riceve.

Nel dicembre 1231 si conia l'AGUSTALE una moneta d`oro di alto valore artistico. Questo evento è riportato nella Cronaca di Riccardo di S. Germano che scrive : "Nummi aurei, qui agustales vocantur, de mandato Imperatoris in utraque sicla Brundusii et Messane cuduntur". Il nome deriva dalla leggenda del dritto in cui si imitava l'aureo dei Cesari di Roma (cfr Augusto 3,65% di rame, il peso è di 5,346g. La percentuale di oro nella lega non varia nel tempo, mentre varia quella di argento e di rame.

Si è studiato perchè Federico per l'AUGUSTALE modifica la lega del tarì. L'ipotesi più valida è che si sia voluta una lega simile a quella dell'oro del Sahara che è di 20,5 carati e proviene dalle sabbie aurifere dei fiumi senegalesi. Quest'oro, detto "paiole", in polvere e in pagliuzze, arrivava in Sicilia da tempo, sia come tassa pagata dai sovrani africani già dai tempi dei normanni che per motivi commerciali. Le casse regie dovevano quindi essere piene di oro "paiole", che Federico II utilizza per l'AUGUSTALE. Questa ipotesi non è avvalorata da nessun documento, pero` si conosce un documento di Carlo I d'Angiò in cui appare la dicitura "de aureo de Paleole in cuneo tarenorum vel augustalium".

Si arriva a coniare l'AUGUSTALE per due motivi ben precisi: la necessità commerciale ed il desiderio di rilanciare l'immagine economica del regno di Sicilia con una moneta bella e di buona lega.