Le monete di Claudio


Il von Kaenel ha studiato tutte le monete dell'imperatore Claudio ( 41-54 d.C.) presenti in Tevere I e II. Si tratta di 951 monete tutte di bronzo, importanti perchè probabilmente si tratta di monete che all'epoca circolavano a Roma e che, per questo, ci illustrano la circolazione monetaria a Roma e i prodotti della sua zecca.

Ed, infatti, il von Kaenel si concentra sulla provenienza delle monete di Claudio. Analizzando lo stile egli individua tre gruppi stilistici:

1) il gruppo A che comprende una serie di monete, tutte in oricalco, con pesi e tondelli irregolari. Anche la fattura e l'incisione, così come la leggenda sono di qualità inferiori rispetto al gruppo C. Per questi motivi egli ritiene si tratti di prodotti di una zecca ausiliaria, forse da localizzare a Roma, ipotesi avvalorata da questa presenza nel Tevere

2) gruppo B comprende monete esclusivamente in oricalco di qualità sicuramente superiore al gruppo A, ma di livello inferiore al gruppo C. Anche per queste monete egli ipotizza una zecca ausiliaria attiva accanto a quella di Roma

3)Il gruppo C, al quale appartiene la maggior parte degli esemplari, comprende monete dai tondelli di grandezza regolare e dai pesi simili, caratterizzate da un equilibrio compositivo e precisione nell'effigie e nella leggenda. Lo studioso è sicuro che queste emissioni provengano dalla zecca di Roma.

Il von Kaenel approfondisce anche altri due aspetti delle coniazioni di Claudio.

Il primo riguarda la presenza o meno del titolo di PATER PATRIAE nelle legende delle varie emissioni. Egli giunge così a dividere le serie monetali di Claudio in emissioni senza la scritta PP (pater patriae)(cfr. titolatura) che risalirebbero al 41/42 d.C. ed emissioni con la leggenda PP del 42/43 d.C. Il von Kaenel ritiene che dopo tale data non venga coniata a Roma più alcuna moneta di bronzo.

Il secondo aspetto riguarda la presenza di contromarche sulle monete di questo imperatore. Vi sono in tutto 63 monete con contromarche, di cui 43 con la contromarca NCAPR e 16 con PROB. Per quel che riguarda la contromarca NCAPR, che appare solo su nominali in oricalco ed è molto regolare, egli condivide l'opinione del Mac Dowall. Infatti gli sembra corretto il suo scioglimento in NERONIS CAESARIS AUGUSTI POPULIQUE ROMANI, che sarebbe stata introdotta per breve tempo nel 63/64 d.C., anno in cui tutti i nominali in bronzo sarebbero stati coniati, secondo una nuova disposizione, in oricalco. Così i vecchi nominali in oricalco, che però rientravano nel nuovo sistema, per essere convalidati furono contromarcati proprio nella zecca di Roma.

La contromarca PROB, che compare solo su sesterzi della prima emissione, ed appartenenti al gruppo A della zecca ausiliaria, sarebbe un timbro ufficiale di controllo della zecca di Roma e va, quindi, sciolto in probatum.


prima foto: testa di Claudio, Musei Capitolini

seconda foto: sesterzio di Claudio per Nerone Druso, zecca di Roma, 42 d.C.