Riforma di Traiano


    I provvedimenti monetali presi da Traiano sono:

    Quest'ultimo provvedimento, ricordato da Dione Cassio, si rispecchia nei ripostigli della tarda età traianea, nei quali i denarii repubblicani sono quasi completamente assenti. Ma quale era lo scopo di queste iniziative?  Il ritiro dalla circolazione dei denarii pre-neroniani era dovuto alla situazione della circolazione monetaria dell'epoca di Traiano: infatti,  circolavano all'epoca contemporaneamente monete di periodi diversi e di pari valore nominale, ma di differenti valori intrinseci; per questo, le monete di maggior valore venivano tesaurizzate, secondo la ben nota legge di Gresham (la moneta cattiva scaccia la buona). Togliendo dalla circolazione queste ultime, si garantiva e proteggeva il nuovo denario, di minor valore intrinseco. La riduzione di fino e di peso del denario era dovuta al nuovo rapporto che si era stabilito, dopo la conquista della Dacia, tra oro ed argento. Per l'afflusso di grandi quantità di oro, il suo valore rispetto all'argento era diminuito. Per mantenerlo stabile, quindi, si doveva diminuire il peso e la quantità d'argento del denario, tornando all'equivalenza fissata da Augusto (1:25). In questo modo, lo stato poteva battere più moneta e guadagnare metallo pregiato dalla rifusione dei pezzi precedenti di valore più alto.

    Con questi provvedimenti traianei è messa in rapporto anche l'emissione di denarii ed aurei che associano all'immagine dell'imperatore sul D/ tipi e legende di monete repubblicane e giulio-claudie con la scritta RESTITVIT sul R/. Si ritiene che queste monete siano state emesse in concomitanza con il ritiro delle monete pre-neroniane da parte di Traiano. La loro funzione sarebbe stata, allora, quella di sostituire e rimpiazzare monete cui gli utenti erano "affezionati" per antica abitudine.