Il massiccio intervento urbanistico,che portò ad una precisa delimitazione dell'alveo correggendone l'andamento e eliminandone le naturali sinuosità, provocò pesanti opere di demolizioni e scavo che da un lato contribuirono a far scomparire completamente le tracce del porto di Roma e le relative banchine, dall'altro portarono al ritrovamento di una quantità incredibile di reperti archeologici spesso di notevolissimo interesse.

Tra 1879 e il 1907 l'attività delle draghe galleggianti nel tratto cittadino fu frenetica, perché era necessario sagomare l'alveo e le golene secondo le prescrizioni degli ingegneri progettisti. Si iniziarono anche le demolizioni degli ostacoli individuati in alveo, che spesso non erano altro che i resti di antichi porti o banchine di ormeggio. L'allargamento del letto del fiume e dalla linea dei muraglioni portò, come è ben noto, anche a importanti scoperte di edifici come quelli individuati presso la Farnesina, che hanno restituito preziose documentazioni pittoriche ed il sepolcro dei Platorini, oggi ricostruito al Museo Nazionale Romano.

Scavi presso il Testaccio