VII°

«E' da tanto che desideravo vederti così felice, perchè quando lo sei tu lo sono anch'io»
disse Armida a Riccardo che le andava incontro per abbracciarla ed augurarle il buon giorno.
Erano in una stanza attigua al grande salone dal quale si scorgeva anche il villaggio di Santa
Maria di Acqua Viva.
«Mia buona Armida tu hai un cuore nobile, mi sei madre e sorella e nel passato, nonostante la
differente età, sei stata anche l'amica dei miei giochi. Ora sei assurta a confidente anche
delle mie più segrete cose. Quante volte avrei voluto chiederti perdono per le mie birichinate,
ma il coraggio della spensierata età mi ha sempre vietato di farlo». Armida ascoltava e annuiva,
anche perchè desiderava che il giovane desse libero corso a ciò che aveva in petto. «Ora sono
creciuto ed al posto delle birichinate ci sono atti di notevole responsabilità da compiere e dei
quali devo render conto a chi di dovere ed in modo particolare al mio nobile genitore».
«Vedi Riccardo tu non hai avuto la mamma, l'hai perduta presto, sono stata io la tua mamma e le
mamme perdonano anche quando il perdono non è richiesto».
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