[BioNews] appello

Rickards, Olga rickards@uniroma2.it
Wed, 08 Nov 2000 11:04:26 +0100


faccio girare il seguente appello che comaprirà anche su le scienze.
olga rickards



La ricerca italiana in campo agrobiotecnologico versa in una situazione
drammatica. La sua stessa sopravvivenza è messa a repentaglio da alcune
iniziative dell'On. Pecoraro Scanio, Ministro per le politiche agricole e
forestali (MiPAF). Dopo aver promosso una lunga campagna contro l'utilizzo
della genetica moderna in campo agricolo, il ministro è passato alle vie di
fatto promulgando direttive volte a far chiudere tutte le ricerche che
utilizzano organismi geneticamente modificati (Ogm).
La decisione ministeriale di annullare le sperimentazioni con Ogm in Italia
non ha nulla a che vedere con considerazioni di tipo precauzionale:
l'attività di studio e ricerca con Ogm da un lato già rispetta norme precise
e specifiche direttive europee, dall'altro non riguarda affatto la
commercializzazione di prodotti Ogm, materia che ricade sotto la
giurisdizione delle parti sociali.
Il MiPAF ha deciso di utilizzare i finanziamenti per la ricerca e la
sperimentazione in campo agricolo come uno strumento per imprimere una
svolta repressiva alla ricerca pubblica. Ai ricercatori del MiPAF, ma anche
di Cnr, Enea e Università, infatti, è stato esplicitamente richiesto, per
poter accedere ai finanziamenti, di rivedere i programmi di ricerca per il
2001. Di fatto, chi intenda continuare a lavorare nell'ambito dei Progetti
di Ricerca del MiPAF è tenuto a eliminare «volontariamente» dalle sue
attività di ricerca qualunque sperimentazione con Ogm.
La pressione imposta ai ricercatori del settore risulta tanto più grave in
quanto i ricercatori dovranno interrompere programmi già proposti al MiPAF e
da questo approvati a partire dal 1996 e per i quali avevano già ricevuto
una prima tranche di finanziamenti. Tra i progetti finalizzati a rischio
sono, ad esempio: «Biotecnologie vegetali» e «Biotecnologie in animali in
produzione zootecnica» oltre a progetti di settore come i Piani Nazionali
«Orticoltura», «Floricoltura» e «Frutticoltura», ma anche Programmi Ordinari
di Ricerca di almeno 10 Istituti del MiPAF con applicazioni in settori di
ricerca interessanti come quelli della resistenza a patogeni, a stress
abiotici e qualità del prodotto. Ai ricercatori viene insomma chiesto di
rinnegare la propria professionalità e la propria identità intellettuale,
ovvero di modificare attività di ricerca da loro proposte e svolte negli
ultimi quattro anni e, vale la pena ribadirlo, già approvate dal MiPAF.
<DC>Interrompere questi progetti di ricerca significa anche rinunciare a
raccogliere i frutti dei fondi già investiti, sacrificando le prospettive di
sviluppo della ricerca agroindustriale italiana, che pure vanta una
considerevole tradizione e recenti successi proprio nel campo della genetica
agraria innovativa. Questa decisione ne rincorre un'altra dello stesso
stampo dell'ex assessore verde della regione Marche che ha emanato un
decreto in cui si chiede ai centri di ricerca che dichiarino di non eseguire
ricerche sugli Ogm se vogliono accedere a qualsiasi finanziamento.
Difficilmente si può ritenere che l'on. Pecoraro Scanio, che ha fatto
dell'opposizione ad alcuni strumenti biotecnologici una bandiera politica,
interpreti correttamente le linee espresse dal Governo. Mai gli attuali
Ministri del MURST (che comprende CNR ed ENEA), della Sanità e
dell'Industria hanno pensato di strangolare la ricerca biotecnologica che
preveda anche lo studio di Ogm. Anzi le istituzioni pubbliche italiane hanno
ben dimostrato che le biotecnologie agroindustriali non sono monopolio delle
multinazionali, ma patrimonio collettivo nazionale.
Impegnarsi nella ricerca agroindustriale senza pregiudizi di sorta è un
requisito indispensabile per difendere la competitività del settore agricolo
italiano a livello europeo e internazionale. Perseguire la strada della
ricerca e dell'innovazione, infatti, è il modo più efficace per difendere la
ricchezza delle varietà agricole e dei prodotti tipici dell'agricoltura
italiana che altrimenti sono destinati a soccombere nel confronto
internazionale.
Da nessuna parte in Europa si sta commettendo l'errore di credere che le
legittime istanze di tutela dell'agricoltura tradizionale e dell'ambiente
debbano essere accompagnate dalla penalizzazione della ricerca. In Germania
il BML (Bundesministerium fuer Ernaehrung, Landwirtschaft und Forsten),
riconosce esplicitamente che «i metodi di produzione tesi a tutelare
l'ambiente e il benessere animale, non implicano la rinuncia all'uso e
all'ulteriore sviluppo delle moderne tecnologie come l'ingegneria genetica e
le nuove tecnologie dell'informazione. Semmai è vero il contrario: esse sono
indispensabili per raggiungere questi scopi». La ricerca pubblica francese,
infine, sta investendo pesantemente nel campo degli Ogm e della genomica
vegetale per garantire alla Francia un ruolo di primo piano nel mercato
agricolo del prossimo futuro.
Vale la pena di notare che tanto la Germania quanto la Francia in sede
comunitaria hanno assunto posizioni di estrema cautela per quanto riguarda
la commercializzazione di prodotti transgenici in campo agroalimentare, non
diversamente da quanto ha fatto l'Italia. Ciononostante, non intendono porre
vincoli pregiudiziali alla ricerca come invece intende fare il MiPAF in
Italia, e anzi stanno promuovendo con grande impegno la ricerca in questo
settore di importanza strategica.
La comunità scientifica italiana non può accettare questi attacchi
intimidatori, ovvero che alcune metodiche scientifiche siano giudicate
pericolose o irrilevanti sulla base di pregiudizi ideologici. Questo appello
è rivolto alle Istituzioni e alla Società Civile perché vengano ristabilite
quelle condizioni nelle quali soltanto può fiorire la libertà di ricerca,
uno dei cardini irrinunciabili di una società emancipata e moderna.
Le prime adesioni:
Roberto Defez, IIGB-CNR, Napoli;
 Angelo Spena, Università di Verona;
 Edoardo Boncinelli, San Raffaele, Milano;
 Riccardo Cortese, Presidente FISV;
 Pablo Amati, Università di Roma;
 Silvio Garattini, Istituto Mario Negri, Milano;
 Luigi Lania, Università di Napoli;
 Paolo Costantino, Università di Roma;
 Enrico Bellone, Direttore di «Le Scienze»;
Francesco Sala, Università di Milano;
 Andrea Cavallero, Università di Torino;
 Chris Bowler, Stazione Zoologica, Napoli;
 Antonio De Flora, Direttore PF Biotecnologie del CNR, Genova;
 Angelo Vescovi, ricercatore di cellule staminali, Milano;
 Andrea Ballabio, TIGEM, Milano-Napoli;
 Tullio Regge, fisico;
 Carlo Alberto Redi, Laboratorio di Biologia dello Sviluppo, Università di
Pavia.
Le adesioni, che saranno pubblicate sul sito del Sole 24 Ore, vanno inviate
a questo indirizzo
appelloMipaf@hotmail.com

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Olga Rickards
Professor of Molecular Anthropology
Centro di antropologia molecolare per lo studio del DNA antico
Dipartimento di Biologia
Università di Roma "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica 1
00133 Roma
tel. lab +39-06-72594334, office +39-06-72594347, fax +39-06-2023500, email
rickards@uniroma2.it
web: http://www.uniroma2.it/biologia/centri/rickards/antrodna.htm
http://www.uniroma2.it/biologia/lab/anthromol/home.htm