Cultura e Territorio

Coordinatore
Prof. Franco Salvatori
Tel: +39 06/72595030
Email:
salvatori@lettere.uniroma2.it

Collegio dei Docenti

Prof. Alessandro Carocci
Marco Fabbri
Prof. Daniel Fabre
Prof. Marina Faccioli
Daniela Felisini
Prof. Marcello Massenzio
Prof. Roberta Morelli
Sante Polica
Prof. Andreina Ricci
Prof. Franco Salvatori
Prof. Line Teisseyre-Salmann


International Partnerships
École des Hautes Études en Sciences Sociales, Laboratoire d'anthropologie: l'institution de la cultur. (Ministère de la culture/CNRS), France


 

Obiettivo formativo di base che la didattica del dottorato si propone è fornire gli strumenti per la conoscenza dei fattori e dei processi culturali che, in forme fortemente variabili nel tempo, caratterizzano l'ambiente: tale obiettivo è, a sua volta, finalizzato a definire e indicare le più idonee condizioni di intervento per la difesa e la conservazione dell’ambiente stesso mediante l'impiego di adeguati mezzi tecnologici.
Non rappresentando l’ambiente un concetto univoco, è opportuno articolare l’impostazione didattica secondo diverse direttrici, così da mettere a frutto la composizione interdisciplinare del dottorato stesso.
Gli obiettivi principali che la didattica prevede sono:
• Acquisizione di metodologie di ricerca, anche su base cartografica, per la definizione dell'ambiente in quanto contesto fisico.
Conoscenza dei fattori all'origine delle problematiche ambientali più attuali, quali la distruzione delle foreste, l'erosione del suolo, la desertificazione, l'assottigliarsi delle risorse e, complessivamente, le modifiche dell'equilibrio ecologico.
Definizione di contesti relazionali fra queste problematiche e i processi di crescita economica e di urbanizzazione.
Interpretazione delle componenti culturali e ideologiche che hanno prodotto nel corso della storia recente il concetto di "etica ambientale".
Acquisizione delle dinamiche che governano azioni e retroazioni nell'ambito degli assetti dell'ambiente naturale, guardando alla difesa dell'equilibrio organizzativo di tipici ecosistemi: la via è da ricercare nell'analisi territoriale che studia le trasformazioni delle relazioni naturali alla luce dell'incidenza di fattori culturali.
• Conoscenza di metodologie di definizione dell'ambiente quale contesto insediativo.
Uso di sistemi GIS (Geographical Information Systems) nell'ambito di analisi predittive sui resti archeologici sommersi e per la gestione di quelli emergenti.
Creazione di professionalità in grado di utilizzare tali tecnologie, di estrema attualità e importanza in due ambiti differenti. Il primo è quello della pianificazione delle trasformazioni del territorio (urbano e rurale), sia di carattere edilizio che infrastrutturale. Il secondo, di carattere più strettamente scientifico, vede nell'impiego di tali tecnologie un supporto indispensabile per l'interpretazione delle trasformazioni territoriali nel tempo.
Lo sviluppo ulteriore di tali sistemi informativi e le relative applicazioni, opportunamente calibrate e mirate, all'analisi delle strutture insediative di età medievale, moderna e contemporanea, si rivelano, per il dottorato in questione, di importanza strategica, soprattutto in quanto il carattere interdisciplinare di questo rende possibile il rapporto fra le diverse competenze solo attraverso una rete di gestione delle informazioni che possa essere disaggregata e riaggregata secondo metodologie e finalità differenti.
• Acquisizione di strumenti per una lettura interpretativa del concetto di ambiente di produzione, se necessario mediante l’impiego di modelli e metodologie di elaborazione dei dati di impostazione sistemica.
L’ambiente produttivo si presenta contraddistinto da una elevata pervasività delle tecnologie e da una sempre più vasta pluralità di soggetti, in condizioni non più prevedibili e a crescente variabilità. Insieme, questo stesso ambiente si presenta sempre meno padroneggiabile mediante gli schemi teorici convenzionali che attribuivano all'impresa, in particolare alla "grande impresa" e ai processi di produzione standardizzata, il ruolo di centri di equilibrio della dinamica storica del capitalismo industriale.
L'analisi territoriale, che costituisce nell'ambito del dottorato la più significativa area di incontro in cui vanno a relazionarsi i diversi obiettivi formativi, consente uno studio in termini di "flessibilità" perché guarda all'ambiente produttivo come a un fattore di processi non controllabili che, a loro volta, richiedono soluzioni di continuo adattamento e modificazioni delle strategie operative. La stessa analisi propone un approfondimento specifico dello studio dei sistemi territoriali di produzione, con particolare riguardo alla scala locale, quali esempi "canonici" della attuale complessità delle configurazioni socio-territoriali.
Contemporaneamente, si vuole guardare a tanti ambienti e processi di produzione quante sono le tipologie relazionali che si propongono nell'incontro e nell'interazione, sempre più necessaria, fra diversi settori socio-economici e fra le aree della produzione diretta e dei servizi: questo avviene in condizioni di pluralismo delle tecnologie, globalizzazione dei processi, interazione crescente fra imprese e mercati, accentuazione della flessibilità organizzativa.
In sostanza, un obiettivo essenziale si intravede nel fornire un contributo alla discussione sui numerosi aspetti del rapporto fra tecnologia, innovazione tecnologica e ambienti di produzione e di mercato sempre più diversificati e, tuttavia, interattivi. Un’ottica di indagine con queste caratteristiche trova applicazione anche nel concetto, ampiamente sperimentato nel territorio, di Parco Scientifico.
• Interpretazione del territorio quale ambiente culturale.
Un tema unificante dell’analisi impostata sul concetto, estremamente composito e complesso, di “cultura ambientale” è in larga parte riconducibile alla nuova accezione di “bene culturale”: quest’ultimo viene inteso come risorsa tipica delle tradizioni di un territorio, divenuta patrimonio essenziale per la definizione e la conservazione di una specifica identità del territorio stesso come ambiente originale.
Alla luce di queste tematiche è importante ricordare come il dottorato riunisca per la prima volta in Italia intorno a un progetto comune un insieme di input formativi che, per quanto legati da interessi convergenti, non avevano mai avuto l’opportunità di interagire nel concreto della ricerca e della didattica.
Proprio guardando l’ambiente come ad uno spazio da misurare con strumenti tecnologici, analitici e/o operativi e allo stesso tempo come “luogo” in cui si depositano le memorie culturali e si esprimono i simboli dell’identità etnica, storica e sociale di gruppi umani, è possibile individuare piani e processi di intervento da parte di idonei apparati tecnologici.
• Interpretazione dell’ambiente/paesaggio come una realtà ipertestuale
L’ipertesto risulta infatti uno strumento adeguato a rappresentare il paesaggio, come insieme di segni visibili, più ancora di un testo scritto in modo sequenziale, per alcune ragioni che hanno origine nelle riflessioni sopra proposte sulla struttura sistemica dell’ambiente in quanto contesto naturale e sociale. Si può giungere a proporre un’analogia stretta tra l’uno e l’altro, a considerare cioè il paesaggio stesso come un ipertesto. È stato sottolineato, infatti, che la dimensione di relazione è fondamentale sia all’interno del sistema ambiente/paesaggio, sia nelle sue relazioni con il sistema realtà geografica; la struttura a nodi e link dei prodotti ipermediali si presenta come una delle poche in grado di riprodurre tale insieme di relazioni. Oltre ai contenuti esplicitati in ciascun nodo, infatti, anche i link, per il modo stesso in cui sono stati costruiti, sono in grado di trasmettere implicitamente dei contenuti.

 
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