1948 La rivoluzione del transistor
Il mondo stava entrando nella guerra fredda ma furono tre invenzioni a cambiare la nostra storia

Un matematico battezzò la cibernetica, un tecnico creò il disco a 33 giri, un laboratorio aprì la strada dell'elettronica in miniatura

La Stampa
di Giorgio Calcagno

Cinquant'anni fa,1948, un matematico americano figlio di emigrati russi, Norbert Wiener pubblicava un libro destinato a pochi specialisti, di campi fino allora separati: la biologia e l'ingegneria, la neurofisiologia e la meccanica. Il suo titolo, diventato famoso, introduceva una parola che avrebbe cambiato la nostra civiltà: "La cibernetica, ovvero il controllo e la comunicazione nell'animale e nelle macchine".
Non fu il solo avvenimento, di quell'anno. Quasi contemporaneamente, un gruppo di ricercatori della Bell Telephone Company metteva a punto un progetto per sostituire le valvole termoioniche con minuscoli chicchi di silicio, dotati delle stesse funzioni: e nasceva il transistor. E ancora, nello stesso 1948, un tecnico statunitense Peter Carl Goldmark rivoluzionava l'industria discografica creando il disco a 33 giri.
Quasi nessuno, nel mondo, se ne accorse. I1 1948, nei libri di storia, è considerato uno spartiacque, ma di altre acque. I1 cinquantenario, nel quale siamo appena entrati, ci inviterà a ricordare eventi entrati subito con titoli a nove colonne nei nostri giornali, magnetizzati dalla guerra fredda: il colpo di Stato a Praga, che liquidò per quarant'anni quella democrazia; l'avvio del piano Marshall; le elezioni del 18 aprile con il trionfo della dc; l'attentato a Togliatti del 14 luglio; magari con l'appendice della maglia conquistata il giorno dopo da Bartali a Briançon, che contribuì a spegnere le fiamme della rivoluzione in Italia.
Sono davvero questi i passaggi cruciali della nostra storia? I1 mondo nel quale viviamo è stato più determinato dallo scudo americano nel dopoguerra o dalla cibernetica? Dalla vittoria di De Gasperi o dal transistor? E, nella nostra cultura pesa di più quella maglia gialla o il microsilicio?
Lo storico non vede antagonismo fra gli eventi politici e le innovazioni scientifiche e tecniche, nate in quel periodo. "C'è una relazione netta fra le due cose", ci dice Peppino Ortoleva che da anni studia la storia sociale della modernità, soprattutto nei mezzi di comunicazione. "Tutte queste novità, apparse nel dopoguerra - e non dimentichiamo la più importante, che è la tv - sono elementi di riconversione dell'industria bellica", sostiene. Camminano quindi, proprio nel cuore della storia.
Ortoleva nel '48 è nato, ha la stessa età della cibernetica, del transistor, del 33 giri; deve sentirsi parte - sia pure critica - della civiltà che queste invenzioni hanno prodotto. E le sente in perfetta sintonia con il loro tempo. "Durante il conflitto tutti i Paesi coinvolti avevano rallentato la ricerca, nel campo delle comunicazioni, per fare posto all'industria di guerra. Dopo il '45 o ci si riconverte o si muore. I1 settore elettrico americano, dalla General Electric alla Bell, sviluppa nuove tecnologie, che portano al transistor. Il microsolco viene lanciato dall'industria discografica, che spera in un mercato di massa del disco. E la gente con la pace, ha voglia di nuovi beni di consumo".
Ma quando questi beni sono nati, chi se ne è accorto, fra noi? "Della televisione ci siamo accorti subito, era molto attesa, anche in Italia. Certo, la cibernetica era cosa esoterica, per iniziati, i primi libri divulgativi sono degli Anni 50. E gli effetti del transistor sono successivi. Anche con il microsolco, nessuno pensava a una rivoluzione. Lo si è capito più tardi nel '56, con Elvis Presley, che ha fatto segnare una impennata pazzesca nella vendita dei dischi. E ha creato un nuovo strumento: con il microsolco il grammofono diventa giradischi, un oggetto di uso quotidiano, leggero, meno pomposo perfino nel nome".
No, non è un'altra storia, rispetto a quella politica, crede il quarantottino, che si è trovato nell'età giusta per poter fare anche il Sessantotto. "Alcune di queste tecnologie sono fra i più potenti strumenti di consenso. In tutto il mondo, la grande risposta ai nuovi consumi di massa è stata identificata con l'America. Quando uno voleva qualcosa di concreto, di tecnologicamente avanzato, si rivolgeva agli Stati Uniti. Pensiamo solo al fascino di Bongiorno l'americano, per i primi spettatori della nostra tv". Secondo Ortoleva questi fattori "danno un altro lato alla storia". E cambiano, sì, la nostra vita. "Perché la tecnologia cristallizza un modello di società, la rende l'unica possibile".
E' davvero tutto così cristallizzato? Anche per lo studioso di estetica il rapporto fra le innovazioni tecniche e la storia è stretto, ma in prospettiva opposta. "Gli eventi dipendono più di quanto si creda dalle scoperte scientifiche", sostiene Gillo Dorfles, che per ragioni di età (è nato nel 1910) queste invenzioni le ha viste arrivare quando era già un riconosciuto maestro. "In apparenza non si vede. In realtà molti eventi che ci sembrano politici o sociologici dipendono da scoperte scientifiche, o mediche o biologiche. Certamente la cibernetica è più importante della vicenda politica: che non apre gli stessi orizzonti. Ci cambia di più".
In meglio o in peggio? "Nonostante il pessimismo imperante, io credo che le cose siano cambiate in meglio. Una maggior informazione non può che essere benefica". Nella nostra prima domanda c'era un riferimento al colpo di Praga, che determinò il '48 europeo ed ebbe una grande influenza anche sulle elezioni italiane. E Dorfles rilancia la palla proprio da Praga, pensando alla successiva primavera del 1968. "La rivolta di Dubcek non sarebbe stata possibile se tutte le tv del mondo non avessero dato notizia dell'evento. Lo scambio universale delle informazioni permette un controllo internazionale che non era consentito prima".
Ma Dorfles è uno studioso dell'arte, del costume, e le novità del 48 lo coinvolgono anche per un altro motivo, fondamentale nei suoi interessi: "Il transistor, introducendo la miniaturizzazione, ha trasformato il gusto del design; e quindi ha cambiato i nostri ambienti. Pensiamo alla radio. Prima era un mobile complicato, che troneggiava. Ora se lo ricordano solo gli ultracinquantenni. Con il transistor la radio è diventata un oggetto tascabile. E così il telefono. Queste innovazioni diventano essenziali per la trasformazione del nostro modo di vivere".
Il teorico delle avanguardie non nasconde qualche rimpianto. "Certo, qualcosa scompare, vengono meno tante forme di artigianato che non hanno più ragione di esistere. Chi ha visto più una madia? O una stufa di maiolica? Un oggetto bello come l'arcolaio è completamente sparito. Le nuove generazioni non sanno più che cosa sia".
Le nuove generazioni guardano altrove. Lo scrittore Tommaso Labranca, classe 1962 vede nel '48 l'anno fondamentale, "perché è nato lì tutto quello che abbiamo nella seconda metà del secolo". Labranca si professa "studioso di oggetti" - non "oggettologo", precisa, termine che gli ripugna - e dagli oggetti prende tutti gli spunti per i suoi libri, come "Chaltron Hescon", che uscirà in primavera di Einaudi: "Perché solo studiando gli oggetti si capisce la storia. I grandi eventi - le migrazioni, gli accordi internazionali - passano sopra la nostra testa. Ma il computer cambia il nostro modo di lavorare". La cibernetica osserva, è entrata nel nostro linguaggio quotidiano, anche quando è fuori causa (il cyberpunk). E il 33 giri, per lui trentacinquenne, ha un fascino incancellabile non crede che possa essere accantonato dal cd; ha un suono troppo più caldo. "Gli oggetti - avverte - sono i segnali della storia".
O sono la storia? Luciano Gallino, sociologo con forti interessi nell'informatica, non sembra avere dubbi, almeno sul ruolo del transistor. "Da quell'oggetto, grande come un chicco di riso, entra nel nostro mondo l'elettronica. E oggi non c'è angolo della nostra vita quotidiana, della scienza, dell'industria, dove l'elettronica non sia presente".
Dal suo tavolo di lavoro, Gallino ci mostra la copertina di un libro, la divide in due con una mano.
"Su una piastra di questo formato si potevano collocare non più di cinque o sei valvole termoioniche. Con il silicio si sono potute collocare centinaia, poi migliaia di transistor: sempre di più, in sempre meno spazio aumentando la potenza. I1 silicio permette, con una manipolazione semplice, di simulare il linguaggio base dei calcolatori".
E, da quando nasce il transistor, il mondo diventa dipendente dall'elettronica. C'è un paradosso, che Gallino ama citare, per spiegarci quanto quel chicco di riso abbia cambiato le nostre sorti. "Se oggi, per una causa accidentale, un meteorite che smagnetizza i computer questi si fermassero tutti insieme, si fermerebbe la vita nel mondo. Dopo dieci minuti non ci arriverebbe più la luce dopo un quarto d'ora l'acqua. Il giorno dopo si bloccherebbero i trasporti, l'industria, gli uffici, le banche. Si salverebbero solo i Paesi piccoli, arretrati, con la loro povera economia".
Anche la cibernetica, per lo studioso, ha avuto un ruolo decisivo, ma solo dopo che la applicazione del transistor ha consentito di passare dai primi malcerti robot alla intelligenza artificiale: espressione nata nel 1956. "Oggi l'essenza della cibernetica è la guida automatica degli aerei: un incrocio fra la cibernetica e l'elettronica". Ancora un frutto del transistor.
"Nel rimpicciolimento del mondo", sostiene il sociologo quel chicco di silicio ha contato molto più degli eventi politici; è alla base dei rivolgimenti cui abbiamo assistito negli ultimi dieci anni. "Il comunismo è crollato perché non riusciva più a controllare l'economia di piano e l'apparato militare. L'Unione Sovietica, rispetto al mondo occidentale aveva troppo pochi di quei chicchi di riso pro capite".
Certo, ammette Gallino, ci sono state altre cause, nella caduta dell'impero: "che sarebbe avvenuta comunque, ma forse, con una generazione o due di ritardo".
Così come si era posto il confronto, solo una tecnologia cibernetica e informatica molto avanzata avrebbe potuto governare la grande economia sovietica in quegli anni. A Mosca avevano riempito gli arsenali di armamenti, anche i più sofisticati. Non avevano fatto i conti con le divisioni del silicio, che erano tutte dall'altra parte. E la storia ha voltato pagina.

Le tappe cruciali

La cibernetica studia l'elaborazione e il metodo per trasmettere l`informazione fra sistemi complessi, come organismi viventi e macchine. E progetta macchine che simulano i meccanismi del pensiero umano. La parola "cibernetica", fu usata per la prima volta da Norbert Wienef.
Il transistor fu inventato da un gruppo di ricercatori della Bell Telephone Company.
E' un frammento cristallino di materiale semiconduttore, con almeno tre contatti, realizzato sopratutto con silicio e germanio. Sostituì le ingombranti valvole. Oggi è quasi completamente superato dai circuiti integrati.
Il disco fonografico o Lp (dall'inglese Long Playing che significa "lunga esecuzione"), realizzato su supporto di vinile, fu inventato da Peter Carl Goldmark. Aveva un diametro di 30 centimetri e una velocità di 33 girl al minuto.