Roma capitale dell'immigrazione.
Ma il numero di stranieri non cresce
L'Unità del 24.10.1997
di Daniela Amenta
"A don Luigi piacevano tanto gli slogan e per questo settimo appuntamento con il dossier della Caritas aveva ideato una frase che ribalta moiti punti di vista sul fenomeno, ovvero "L'immigrazione come risorsa". I dati che abbiamo raccolta gli danno ragione". Parole di Franco Pittau, coordinatore dell'equipe redazionale della Caritas, che ha introdotto i lavori sull'ultimo dossier sulI'immigrazione, il primo senza monsignor Di Liegro.
A meno di due settimane dalla sua morte e mentre il Parlamento sta per discutere la nuova legge sulI'immigrazione, il dossier 1997 ha una risonanza in più, quasi fosse l'ultimo testamento che don Luigi ha lasciato. Soprattutto a Roma, con le sue 200mila unità ancora una volta capitale dei flussi migratori.
Una metropoli in cui la presenza degli stranieri si va stabilizzando e dove il "fenomeno migratorio governabile" che Di Liegro ipotizzava si sta, di fatto, realizando. Dove, inoltre, I'immigrato dimostra di essere un lavoratore operoso e "camaleontico" (capace cioè di cambiare occupazione a seconda e delle necessità) e desideroso di integrarsi nel territorio (sono in aumento i matrimoni misti e crescono gli studenti iscritti nelle scuole romane, dalle elementari in su).
La presenza degli stranieri vista attraverso una prospettiva demografica, lavorativa e perfino di spostamento di capitali (gli immigrati riescono a risparmiare e a mandare soldi alle famiglie d'origine: in un anno dall'ltalia verso il sud del mondo sono stati trasferiti circa 476 miliardi), oltre che di ricchezza umana e culturale, può davvero farci valutare "I'immigrazione come risorsa".
Numeri e dati. La presenza degli stranieri si è stabilizata. Quantunque Roma continui ad essere la città dove è piu alto il numero degli stranieri censiti - circa 200mila unità - è diminuita la percentuale spettante all'Urbe sul totale nazionale che al 31 dicembre '96 è risultata pari al 18,2%.
Le principali comunità. Tra Roma e provincia, la principale comunità si conferma quella filippina (23.541 persone), con un rafforzamento numerico rispetto al '96 (quasi diecimila unità in più) e percentuale (dal 9 all'11,7% del totale delle presenze straniere). A superare le 10mila persone è poi solo la Polonia. Seguono Usa, India, Bangiadesh, Spagna, Romania, Perù con settemila unità; ex Jugoslavia, Gran Bretagna, Francia e Sri Lanka con 5mila unità; Marocco, Brasile, Germania, Cina e Albania con 4mila unità; Somalia con 3mila unità; Tunisia, Etiopia, Nigeria, Macedonia, Messico, Pakistan, Colombia e Capo Verde con 2mila unità.
I motivi del soggiorno. Nell'area romana diminuiscono i permessi per motivi di lavoro (58,8%, quattro punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale). I disoccupati sono 1'11,3% (23mila persone circa). Poco più di 7mila persone sono titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari. A Roma si riscontra inoltre la più bassa incidenza dei permessi per motivi familiari (11% rispetto al dato nazionale del 17,9%) e per motivi di studio (3,7% rispetto al 4,2%). Alta è la percentuale di permessi per motivi religiosi (44mila, cioè una percentuale del 21,ó rispetto al dato nazionale del 5%: una differenza dovuta alla contiguità con Città del Vaticano).
"Complessivamente - come spiega il dossier - I'area romana si conferma come centro di grande attrazione non solo lavorativo ma anche religioso, dove l'insediamento familiare è meno facile rispetto ad altri contesti territoriali. Per i comunitari, si tratta di flussi migratori meno legati al bisogno, per i non comunitari invece la ricerca del lavoro è il motivo prevalente".
Dove abitano. Non è stato facile per la Caritas tracciare una mappa perché all'anagrafe possono iscriversi solo cittadini che godono di una posizione stabile. In ogni caso, più di un quinto della presenza straniera è concentrata nei quartieri del centro (I circoscrizione) e della zona Flaminio, Parioli e Trieste dove hanno sede consolati e residenze diplomatiche. Un altro decimo vive nella XX circoscrizione (Tor di Quinto, La Storta, Tomba di Nerone, Isola Farnese). Seguono, con valori che vanno dal 5 al ó%, Aurelio, Trionfale, Primavalle, Ostia, Acilia, Casal Palocco, Portuense, Gianicolense, Labicano, Tuscolano, Collatino.
Le circoscrizioni che hanno conosciuto un aumento più sostenuto nelle iscrizioni anagrafiche sono la XV (Portuense, Gianicolense; 38,4%) e la Vll (Collati no, Alessandrino, Don Bosco; 34,3%).
Il lavoro autonomo conosce fondamentalmente tre settori di attività: terziario (77,4% di cui 36,4% commercio), industria (21,4% di cui 9,4% edilizia e costruzioni), agricoltura (1,2%). Più nello specifico, gli immigrati dell'estremo Oriente e del Subcontinente indiano concentrano il 90% della loro attività nel terziario e, soprattutto, nel settore alberghiero e della ristorazione. Gli africani si discostano lievemente dai valori medi nazionali con un'accentuazione dell'attività nel settore del commercio. Un caso a sé costituiscono gli egiziani, che hanno realizzato il 10% della loro attività nel settore alberghiero e della ristorazione (84 imprese). Prima di loro vengono, comunque, i cinesi con 96 imprese (pari al 16% del lavoro autonomo dell'intera comunità. Gli immigrati europei hanno concentrato maggiormente le loro attività nel settore industriale mentre gli europei dell'est e i cittadini dell'America latina lavorano prevalentemente nel settore delle costruzioni.
Gli studenti. Sono risultati essere 5.594 nell'anno scolastico '94'95: 2824 nelle elementari (pari al 50,5% sul totale), 1507 nelle medie (26,9%) e 1263 nelle superiori (22%). L'incidenza più elevata si realizza nella III Circoscrizione (Castro Pretorio - Nomentano) dove gli studenti stranieri sono pari al 3% della popolazione scolastica complessiva. La scuola media Giovanni XXIII è quella che ne ospita il maggior numero il 54%.
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