Vivere e capire la città, percorsi metropolitani e contaminazioni culturali. La greater London

di  Amedeo Gallina


Tutto comincia là, dove la Linea Verde riscopre la luce. E' questo un viaggio nei luoghi meno conosciuti della Greater London 1. La Linea Verde o District Line, è quella linea della metropolitana londinese (costruita nei primi anni '70) che collega le periferie meridionali da est ad ovest con varie diramazioni. Ed è invero una linea un po' particolare, in genere poco frequentata dai turisti, soprattutto quando si allontana dalle stazioni della cd. "Zona 1" (quella comprendente il centro). Perché iniziare o meglio impostare un viaggio così lontano dai luoghi dove di solito si accalcano decine di persone con vestiti colorati e sudaticci? Per svariati motivi: innanzitutto perché i luoghi famosi, lo sono così tanto che non c'è più quasi emozione a vedere chiese, case e cose, viste e riviste al cinema o in televisione, ed inoltre perché oltretutto questi luoghi segnalati nelle guide ormai tendono a standardizzarsi, a somigliarsi fra loro (ci sono sempre un Mc Donald's, un venditore ambulante di magliette e gadgets vari, ed un emporio traboccante di cartoline, rotolini fotografici e pile, dietro l'angolo). Certo in queste parole, si potrà scorgere una punta di piccolo orgoglioso "snobismo" culturale ed anticonformismo. Ma tant'è.

Il convoglio si dirige lento verso le periferie ad est del Tower Bridge, con il tipico pavimento in legno, i sedili foderati di stoffa (a volte un po' lisa), e gli osceni (in tutti i sensi) reggimani consistenti in penzolanti, resistenti molle, con una palletta di plastica nera all'estremità inferiore. Alle pareti oltre ai manifesti pubblicitari, spicca il serpentone verde 2 delle fermate, con tutte le connessioni con altre linee. Dagli ampi finestrini superate le ultime gallerie della zona centrale, si vede finalmente la periferia. La periferia londinese è diversa da quelle che si conoscono in Italia, in Francia, in Germania: la sua estensione è in larghezza più che in altezza, in quanto le abitazioni non superano mai i cinque - sei piani (unità condominiali), prevalendo comunque le villette con la facciata di cortina. Viaggiando in direzione di Upminsters, a mezz'ora dalla centrale fermata di Victoria Station, si incontra una periferia che è a metà strada tra l'Inghilterra e l'Europa. Scendiamo a West Ham 3. Qui come in altri luoghi che visiteremo non c'è niente di culturalmente interessante: né chiese, né musei. Due enormi parallelepipedi di venti piani ciascuno spezzano l'apparente monotonia di una pianura abitata di villette a schiera e condomini popolari. West Ham come altri sobborghi (Crystal Palace, Tottenham), a qualcuno ricorderanno nomi di squadre di calcio. Ed infatti quella calcistica è una chiave di lettura per capire molto del londinese medio di periferia: un animale metropolitano che di giorno va a lavorare nella City (o comunque in città), e di pomeriggio torna a casa per cenare, uscendo poi per riunirsi al pub con gli amici, guardando la televisione e chiacchierando. Si è affezionati al quartiere non per quello che offre, ma per il "team" che lo rappresenta. Se uscendo dalla stazione di West Ham si volesse vedere allora quel museo di vita e passioni che è lo stadio, si rimarrebbe delusi: occorre andare ad Upton Park, due fermate oltre West Ham, per trovare il "football ground".

Ed Upton Park funge da centro verso cui gravitano i residenti - tifosi dell'intera zona est di Londra, da Bow a Dagenham. La fermata della metro è in qualche modo paradigmatica: i cartelli dell'Underground evidenziano come ad Upton Park vi sia il "football ground del West Ham United". Ti colpisce subito la lunga strada che porta allo stadio appunto. Il macellaio del mercato coperto indossa la casacca con i classici colori azzurro - bordeaux, ed i grossi caratteri del nome dello sponsor, la "Dagenham Motors" 4. Poco distante si scorge la regolare sagoma dello stadio, con le caratteristiche sedie con i colori sociali del West Ham, e la curva, al cui interno si possono osservare foto, trofei, busti bronzei, ed oggetti appartenenti ai vecchi giocatori 5. Al di là del parcheggio, un grosso cartello con la scritta Football in the Community rappresentativo dell'importanza sociale e culturale del calcio, almeno in Gran Bretagna 6. Sotto la curva si riuniscono di solito i ragazzi che usano giocare tra di loro, calciando il pallone con rabbia contro la porta metallica, dipinta di rosso, con cui si accede al Bobby Moore Stand. Parlando con loro, si imparano più cose dell'Inghilterra, che leggendo per intero la guida "Peugeot" 7.

Sono per lo più figli di operai o artigiani o di modesti impiegati (e in casa manca a volte uno dei genitori), non amano particolarmente lo studio, andranno a lavorare presto se già non lo fanno, indossano camicie o magliette della propria squadra 8, ascoltano molta musica, in particolare quel suono tutto londinese caratterizzato da ritmi elettronici e tastiere soffuse che prende il nome di "jungle" 9, o gruppi come Chemical Brothers e Prodigy. Al calare della sera si accendono le luci delle case che circondano lo stadio, e prima di rincasare alcuni amano recarsi sotto il Bobby Moore Stand per rilassarsi fumando una sigaretta. Prima di riprendere la metropolitana, è d'obbligo bere una birra al pub (I'unico in prossimità della stazione), già affollato e pieno di vita (si gioca a biliardo o a freccette, si legge il giornale, si vede la televisione, si parla), con alle pareti fotografie che raccontano la storia degli "hammers". Una volta saliti sul vagone ti assale il dubbio: "tornerò mai più in questi luoghi ?". L'ideale è andare ad Upton Park, o ad Highbur, o a Selhurst Park o periferie simili, quando il campionato di calcio è già iniziato (la stagione va da metà agosto a fine maggio) proprio per assistere a qualche partita.

Ci vogliono più di quaranta minuti per arrivare a Wimbledon, a sud-ovest della città, ed è necessario il più delle volte cambiare convoglio alla stazione di Earl's Court (snodo fondamentale della Distriot Line, che come già accennato ha parecchie diramazioni). Per i più audaci è possibile lungo la strada per Wimbledon, scendere a Putney Bridge (al confine tra i quartieri semiperiferici di Fulham e Chelsea 10) ed attraversare il Tamigi attraverso la stretta passarella del ponte ferroviario attiguo alla stazione dell'Underground (il vero Putney Bridge è duecento metri alle vostre spalle). Dal ponte, essendo calato nella quasi totale oscurità, rotta solo a tratti dal passaggio dei treni, si gode una suggestiva veduta di Chelsea, e dei bagliori lontani del centro: dall'alto della passarella sarete soli, con il fiume decine di metri sotto i vostri piedi, e null'altro. Tornando a Wimbledon, ci si arriva quando il sole ci ha abbandonati da un pezzo. Si tratta di un quartiere 11 piuttosto frequentato dai turisti (ma attenzione: i famosissimi campi da tennis dell'All England Lawn Tennis Ground sono piuttosto lontani dalla stazione [vedi infra], e per accedervi è preferibile scendere alla stazione di Southfields). Wimbledon è il prototipo ideale di città - quartiere londinese 12. E' infatti una città nella città: c'è un corso centrale sul quale si affacciano gli esercizi commerciali più importanti, nonché un cinema ed un pub particolarmente grazioso che è il "Prince of Wales". La zona circostante è totalmente edificata a villini, con molti parchi pubblici. I colori dominanti sono il rosso dei mattoni ed il bianco degli infissi. Di giorno è molto rilassante passeggiare in questo pulito ed elegante quartiere, in particolare se uscendo dalla stazione a destra, si prende la seconda strada a destra (il cui nome non mi sovviene), una via in salita con case più grandi dello standard inglese, molto ben tenute (fra l'altro proseguendo lungo questa strada, si incrocia il lunghissimo viale che fiancheggia l'All England Lawn Tennis Ground. Ancora con riferimento alle zone servite dalla Distrist Line, e che rendono il vero aspetto dei ritmi di vita londinesi, si segnalano i Kew Gardens 13, giardini botanici che a prescindere dalle piante che conservano, per la loro ampiezza e soprattutto per l'architettura degli edifici che svettano nel verde (una stupenda serra in vetro e ferro battuto verniciato di bianco, di età vittoriana, nonché una serra moderna ma con più di venti ambienti ciascuno con un clima differente!, tanto per citarne due a caso) non possono non stupire anche i meno interessati a piante e fiori; piacevole è anche visitare il quartiere di Richmond 14, dal passato glorioso, specie negli anni sessanta, come località alla moda per i giovani; infine Hammersmith, nota per l'Hammersmith Palace, luogo di concerti 15.

Si conclude così la visita delle periferie attraverso la metropolitana. Ma per completare la conoscenza dell'intero settore meridionale londinese (a destra del Tamigi per intenderci), dobbiamo ancora spendere due parole, e salire sul bus numero 3, che collega il cuore della città alla zona di Crystal Palace. Per convenzione, e per comodità prendiamo il mezzo pubblico in Regent Street, ahimé davanti al negozio della Warner Bros (ennesimo indice di una "americanizzazione" di Londra, cui purtroppo non è scevra anche la nostra capitale). Ben presto il double deck rosso, attraversa il fiume e superato il mitico "Oval" (campo del cricket), si dirige verso Brixton, quartiere abitato da gente di colore, pittoresco e decadente, e dalla ingiusta nomea di malfamato 16. Ad un tratto inizia la salita che conduce alle colline dove è adagiata la residenziale zona di Crystal Palace (da cui si vede in lontananza la città), che deve il nome ad una struttura di ferro e vetro (simile alla serra principale dei Kew Gardens), il "palazzo di cristallo" appunto, costruito nel secolo scorso e distrutto negli anni '30 da un incendio. Oggi si possono visitare l'enorme centro sportivo National Recreation Centre, e passeggiare lungo i viali del Crystal Palace Park. Scendendo dalla parte opposta rispetto a quella da cui siamo giunti, e salendo sull'autobus giusto (chiedete all'autista, io non mi ricordo), si prosegue il viaggio attraverso il profondo sud londinese, con tappa obbligata a Selhurst Park, piacevole sobborgo immerso nel verde e nella tranquillità, dove circondato da villette bifamiliari, è situato lo stadio del Cristal Palace, che divide tuttavia con la squadra del Wimbledon. Lo stadio è molto piccolo, internamente decorato di rosso e blu (i colori del Palace), con la sede dei due club, ed un supermercato sotto la curva dei tifosi del Wimbledon! (le uscite di emergenza del supermercato, immettono direttamente al tunnel di accesso agli spalti, e da questo tunnel si può vedere il movimento del market attraverso gli oblò delle porte). Risaliti sul bus, visitiamo zone sempre più lontane dal centro propriamente detto 17, molto pulite ed ordinate, come Wallington, Carshalton, e Merton. Attraverso Rosehill Road (altra zona residenziale degna di menzione), si arriva quindi a Morden 18, tappa conclusiva del nostro estenuante ma utile viaggio. A Morden prenderemo la metropolitana, Linea Nera (Northern Line), che ci porterà di nuovo in centro: ma se vi siete affezionati nel frattempo alla District Line, non c'è problema, si sale sul bus numero 164, che collega Morden a Wimbledon, e da li si sale sui convogli con il tipico pavimento di legno, i sedili di stoffa ...

1 Per "Greater London" si intende la contea metropolitana londinese nel suo insieme (centro e quartieri periferici, ossia "Inner London e Outer London"), composta da 32 comuni (boroughs) con propri organi amministrativi.
2 Il colore che distingue questa dalle altre metro sulla mappa dell'Underground.
3 Nel borough di Newham.
4 E non a caso: nel vicino borough di Barking e Dagenham, vi sono alcune fabbriche dove lavorano molti abitanti della zona di Newham.
5 Per la storia e le azioni di gioco più belle di questa, come di altre importanti squadre inglesi, si può far riferimento alla serie "The pain & the glory: a football and music spectacular" della Polygram Video.
6 In realtà Football in the Community, è stato lo slogan adottato dalla società del West Ham, per celebrare il centenario della fondazione (1895 - 1995).
7 E'indispensabile leggere in ogni caso il bel libro dello scrittore inglese Nick Hornby, dal titolo Febbre a 90', Guanda editore, dove l'autore racconta la propria vita attraverso l'amore per la squadra di calcio dell'Arsenal (nord - est londinese), in particolare le pagg. 7 - 10 e 44 - 49; ancora la passione per il calcio è ben descritta nel libro di Irvine Welsh Trainspotting", Guanda editore, in particolare le pagg. 56 - 58.
8 Non è detto che a West Ham non si incontrino tifosi dell'Arsenal o dell'Aston Villa (di Birmingham) o altre ancora: tuttavia è bene ricordare che le opposte tifoserie sono spesso in conflitto (i tifosi del West Ham o "Hammers", odiano i supporters dell'Arsenal o "gunners" (leggi anche pag. 139 e ss. del libro di Nick Hornby citato), quelli del Liverpool i tifosi dell'Everton, e così via ...).
9 La "jungle" è un tipo di musica che ben si adatta al quartiere che stiamo visitando, in particolare quella meno pesante, dove prevalgono sulle trame drum'n bass le tastiere distorte: una buona scelta di questi ritmi la si ascolta nel doppio cd "Future Funk" della AM Records (http://www.futurefunk.co.uk). Due curiosità sul rapporto tra la zona in esame e la musica: Steve Morrissey (ex Smiths) ha pubblicato nel 1995 un singolo dal titolo "Dagenham Dave" (peraltro molto gradevole), mentre alcuni componenti del gruppo heavy metal degli Iron Maden, sono accesi sostenitori del West Ham.
10 Rispettivamente appartenenti ai bourughs di Hammersmith and Fulham, e Kensington and Chelsea.
11 Sito nel bourough di Merton.
12 Lo sviluppo urbanistico della Londra post - rivoluzione industriale lo si può approfondire nel libro di Edward Carter, "Il futuro di Londra. L'evoluzione di una grande città", Piccola Biblioteca Einaudi.
13 Fermata omonima, direzione Richmond. Borough di Richmond upon Thames.
14 Fermata omonima, nonché capolinea di una delle diramazioni della District Line.
15 Non si è fatto cenno delle fermate della District Line in zona centrale (High Street Kensington, Notting Hill Gate, Pawngton), per ovvi motivi.
16 Bourough di Southwark, come la successiva zona di Crystal Palace. Riferimenti musicali d'obbligo: "Guns of Brixton" dall'album dei Clash, "London Calling", 1980, Columbia, e l'opera omnia dei Galliano (su tutti però "A joyfull noise unto the creator", 1992, Talking Loud Records), che racconta la vita dei "coulored" londinesi.
17 Ma sarebbe da discutere sull'esistenza o meno a Londra di un centro ben definito.
18 Nel bourough di Sutton.

Amedeo Gallina è laureato in Giurisprudenza