Una svolta organizzativa: nascono le Associazioni


Il XIII Congresso della Cisl del 1997 ha operato una svolta determinante dal punto di vista organizzativo.
Pur mantenendo la sua specificità di sindacato articolato orizzontalmente e verticalmente, la Cisl si è aperta a nuove forme di aggregazione professionale: le Associazioni, intese come strutture trasversali alle categorie e alle federazioni, si propongono di riunire non solo i singoli lavoratori, ma anche altre associazioni professionali, che pur non essendo disciplinate secondo le forme istituzionali proprie del sindacato, operano in aree prevalentemente non contrattualizzate o per specificità culturali e sociali.

È un’apertura che la Cisl intende condividere con quanti (altre associazioni, movimenti o gruppi) saranno via via interessati a questo progetto e che sono legati da una comune sensibilità verso il lavoro, l’occupazione e la solidarietà.

Gli aderenti alle associazioni potranno utilizzare il sistema di tutela e dei servizi offerti dalla Cisl, alla pari di tutti gli altri iscritti attraverso le categorie, con l’unica differenza che non potranno partecipare alla vita democratica interna del sindacato che rimane agli iscritti alle categorie, ma solo esprimere rappresentanze consultive negli organi.

Questo cambiamento organizzativo è stato concretizzato dalla nascita di due prime Associazioni: l’Associazione Progetto Quadri e l’Associazione dei lavoratori atipici e interinali ALAI, la prima rivolta all’area dirigenziale dei quadri e delle alte professionalità; la seconda, operante nella sfera del sociale, è promossa dalla convenzione stipulata tra la Cisl e la Compagnia delle Opere.

I motivi che hanno spinto la Cisl a operare questa innovazione statutaria sono da ricercarsi nei radicali cambiamenti sociali che stanno portando ad un nuovo modo di concepire il lavoro. Affievolita l’aspirazione al posto fisso, che ha rappresentato per decenni l’obiettivo lavorativo di intere generazioni soprattutto al Sud, si assiste adesso alla diffusione sempre più vasta di lavori atipici, cioè di quelle attività non tradizionali che non sono tutelate dal contratto collettivo nazionale.

Rientrano nella categoria di lavoratori atipici: gli interinali, cioè coloro che, spesso dotati di grande professionalità, svolgono un lavoro a tempo determinato presso aziende che ne "affittano" l’utilizzo dalle agenzie interinali; i telelavoratori, quelli che lavorano da casa propria utilizzando le strumentazioni informatiche; i parasubordinati, ossia coloro a cui viene applicata per la prestazione lavorativa professionale la trattenuta del 20%, ed infine tutti quelli che svolgono lavori socialmente utili, che operano nel lavoro cooperativo, che esercitano il volontariato o agiscono nell’area del non profit.
Un esercito di lavoratori, insomma, che solo apparentemente può sembrare autonomo, ma che al pari di altri ha bisogno di tutele e di garanzie. Poiché inoltre né il mercato, né il finanziamento pubblico potranno assicurarne le garanzie di tutela, è essenziale costruire una vera e propria politica per il terzo settore – altro nome utilizzato per indicare il non profit – così da assicurargli opportuni strumenti legislativi e farlo diventare fonte di nuova occupazione, salvaguardandone la tutela sindacale e la possibilità aggregativa e di rappresentanza.

Infine nei confronti degli immigrati, l’ANOLF (Associazione nazionale oltre le frontiere), cui la Cisl ha contribuito a dar vita, rappresenta un modello vincente nell’ambito della politica associativa, per le sue caratteristiche di aggregazione, integrazione e valorizzazione umana. Si tratta di un’esperienza che, nelle intenzioni della Cisl, dovrà diffondersi capillarmente sul territorio e consolidarsi anche sul fronte della rappresentanza.


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