La data di introduzione di questa carica è incerta:
alcuni studiosi, basandosi su un passo di Pomponio, la fanno risalire
al 289 a.C., altri, invece, ricollegandola
all'inizio dell'emissione del denario, ritengono che sia da collocare
nel 269. Tale magistratura, che era costituita da tre membri, come
dice lo stesso nome "tresviri", faceva parte del vigintisexvirato
ed era posta all'inizio del cursus honorum. Faceva, quindi,
parte di quelle magistrature ricoperte dai giovani che aspiravano
alla carriera politica.
E' probabile che la sua durata fosse di un anno.
Verosimilmente, rientravano nei compiti dei tresviri:
a) la cura della fusione dei lingotti di metallo da cui ricavare i
tondelli per le monete, garantendone il titolo;
b) il controllo della lega e del peso delle monete che venivano
battute e dell'incisione dei conii;
c) la verifica dei conti della zecca.
Secondo l'opinione di alcuni studiosi i tresviri esercitavano le
proprie funzioni sotto la direzione e la supervisione del senato.
Altri ritengono che questi erano in realtà nominati dai consoli e, di
conseguenza, coniavano sotto l'imperium del console stesso.
L'esistenza di questa magistratura è testimoniata storicamente non
solo da documenti epigrafici ma anche, e sopratutto, dalle
stesse monete a partire dal 70 a.C.
In circostanze straordinarie, anche altri magistrati superiori
come pretori, edili o questori potevano battere moneta. Si tratta
generalmente di emissioni autorizzate dal senato, finalizzate ad
investimenti particolari, come spesso è indicato dai tipi o dalle legende ( per l'acquisto di grano, restauri, costruzioni, etc.).
Dopo la riforma di Augusto, a partire dal 4 a.C., questa
magistratura non viene più menzionata. La fonti epigrafiche, però,
continuano ad attestarne l'esistenza. Si può, quindi, pensare
che in età imperiale la carica sia stata solo onorifica.
IIIviri monetales AAAFF
denario di Piso e Caepio, 100 a.C.
denario di a.Plautius,
54 a.C.