La moneta romana repubblicana



 

Aes signatum, IV secolo a.C.

 


    Anche nel mondo italico inizialmente l'economia si basava sullo scambio con prodotti naturali, utensili o bestiame. Da qui il termine latino per denaro, pecunia, che deriva da pecus, pecora. In alcuni testi legislativi è previsto il pagamento di multe in capi di bestiame e sono fissate le equivalenze con il bronzo.
 A questo tipo di economia si accompagna l'aes rude (rame rozzo, non lavorato), rame a pezzi informi di varia grandezza che venivano spezzati a seconda delle necessità; il loro valore dipendeva dal peso.

     Successivamente, nella seconda metà del VI secolo a.C. accanto all'aes rude comparve l'aes signatum (rame contrassegnato). L'aggettivo deriva da signum che significa segno, tipo. Infatti questi pani di rame fuso, di forma più o meno rettangolare avevano su una o entrambe le facce delle semplici raffigurazioni, dapprima un ramo secco, poi con il passare del tempo, diventarono più complesse fino alla rappesentazione di un delfino, un bue etc.

     La moneta vera e propria compare negli ultimi decenni del IV secolo a.C.: in delle serie prevalentemente in argento, di tipo greco, detto romano-campana perchè emessa a nome di Roma in zecche campane ed in una seri in bronzo, tipicamente romana,aes grave.