Da Traiano a Marco Aurelio


    Lo spagnolo Traiano (98-117 d.C.) è il primo imperatore di origine provinciale ed è anche il primo dei cosiddetti "imperatori adottivi",  in quanto adottato da Nerva. Il suo governo è caratterizzato da numerose imprese belliche, che portarono l'impero alla sua massima espansione, e da una serie di opere pubbliche, testimoniate anche sulle monete. Di primaria importanza fu la conquista della Dacia, tra il 101 ed il 106, ricordata con la descrizione di tutte le sue fasi sul grande fregio della colonna traiana. L'afflusso di oro e argento, provenienti dalle ricche miniere della nuova provincia, ebbe ripercussioni nell'economia e nella monetazione dello Stato Romano. Infatti, vi fu un incremento delle emissioni, destinate anche alla distribuzione di congiaria eccezionali ed all'organizzazione di un'assistenza sociale, gli Alimentae Italiae, una sovvenzione in denaro per fanciulli e fanciulle bisognosi. Traiano adottò anche alcuni provvedimenti più strettamente monetari: la diminuzione di peso dell'aureo, la riduzione di peso e di contenuto argenteo del denario, e il ritiro dalla circolazione dei denarii pre-neroniani (più pesanti e con più argento e, quindi, di maggiore valore). Anche durante il suo regno furono coniate monete di "restituzione", forse per sostituire le monete pre-neroniane ritirate.

     I suoi successori furono Adriano (117-138 d.C.), Antonino Pio (138-161 d.C) e Marco Aurelio (161-180 d.C.), l'ultimo degli imperatori adottivi.

    Con Antonino Pio si ebbe un incremento nelle emissioni, in relazione con l' inizio dell'inflazione, che caratterizzerà il secolo successivo. In questo periodo si assiste all'aumento di importanza del ruolo politico delle imperatrici, che si manifesta anche sulle monete con la maggiore frequenza dei  ritratti e dei tipi a loro correlati.
Marco Aurelio è l'ultimo imperatore adottivo, ripristinando con suo figlio Commodo (180-192 d.C.) la successione di tipo dinastico.