PREMESSA
Le sostanze pericolose (tossiche e/o nocive) di comune
utilizzo nei laboratori di ricerca e didattici presentano diverse vie
potenziali di assorbimento:
n
assorbimento polmonare, che rappresenta la principale via
di penetrazione nell’organismo e la principale causa di intossicazione acuta
per l’uomo;
n
assorbimento orale,
generalmente legato ad un evento accidentale;
n
assorbimento cutaneo, che può essere significativo nelle
intossicazioni croniche, per esempio da sostanze fortemente solubili in acqua.
Le concentrazioni
alle quali si può essere quotidianamente esposti senza effetti dannosi sono
definite dal TLV, (Threshold Limit Values, valore limite di soglia). E’ importantissimo ricordare che non si può
dare una definizione di questo valore che sia valida per tutte le categorie di
sostanze:
a) in alcuni casi si tratta di valori
di concentrazione assoluti, che non
debbono mai essere superati per non produrre un danno. E’ il caso delle sostanze che producono irritazione, avvelenamento acuto e comunque
fenomeni che si manifestano immediatamente dopo l’esposizione. In questo caso
il TLV corrisponde alla concentrazione
massima a cui gli operatori possono essere esposti per un periodo di 15 minuti
senza che insorgano irritazioni o alterazioni, né che venga accresciuta la
probabilità di infortunio né limitata la possibilità di mettersi in salvo in
caso di incidente;
b) in altri casi si tratta di valori medi per un certo intervallo di tempo.
E’ il caso delle sostanze i cui effetti sono di tipo cumulativo, causati dal
ripetersi di esposizioni a concentrazioni di per sé non dannose. In questi casi
il TLV si definisce come la concentrazione
media, ponderata nel tempo, per 8 ore giornaliere o 40 ore settimanali, a cui
si può essere esposti ripetutamente senza effetti per la salute;
c) in altri ancora il TLV indica un rischio massimo, anziché una concentrazione.
E’ il caso delle sostanze cancerogene e/o mutagene, che sono definite
pericolose a prescindere dalla concentrazione di utilizzo.
LE FONTI DI PERICOLO.
In laboratorio, vengono comunemente effettuate attività che
possono rappresentare fonti di pericolo,
come ad esempio:
n
la
manipolazione di sostanze nocive
n
il
prelievo ed il travaso di liquidi
n
il
riscaldamento di sostanze infiammabili
n
le
reazioni chimiche
n
la
refrigerazione con liquidi criogenici
n
la
distillazione sottovuoto, ecc.
La conservazione delle
sostanze all’interno dei laboratori può rappresentare una fonte di
pericolo: per esempio, la quantità massima di sostanze infiammabili che è
consentito detenere in laboratorio è pari a 10 litri (D.M. 8/3/85). Indipendentemente dalla
norma, spesso si conservano quantitativi superiori, senza tenere conto delle
reali necessità di utilizzo ed introducendo un grave elemento di rischio in
caso di incidente. Le sostanze pericolose
non andrebbero inoltre poste in luoghi accessibili a personale non autorizzato
alla loro manipolazione. Anche l’utilizzo di frigoriferi di tipo domestico per
la conservazione, ad esempio, di sostanze infiammabili rappresenta una fonte di
pericolo, dal momento che questi elettrodomestici non possiedono le
caratteristiche di sicurezza richieste (ventilazione).
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE.
Il più importante strumento di prevenzione dai rischi
connessi con l’utilizzo di sostanze nocive è l’informazione. Il DPR 303/56 riporta un elenco di
sostanze il cui utilizzo è ritenuto pericoloso al punto da imporre la sorveglianza sanitaria dell’operatore.
In tale elenco, sono presenti sostanze di uso comune nei laboratori di ricerca
universitari: vi si trovano ad esempio l’acido solforico, il cloro e composti,
lo iodio e composti, l’acetone, l’acido acetico, l’alcool metilico, gli eteri,
gli esteri, i fenoli i glicoli....ecc.!
Le quantità di
sostanze, la frequenza con cui
vengono utilizzate e l’utilizzo dei dispositivi
di protezione individuale (DPI) concorrono a determinare il livello di
rischio conseguente al contatto, fino ad ammettere
un rischio irrilevante: questo è forse il caso della maggior parte dei
laboratori di ricerca, dove i quantitativi di sostanze nocive conservati ed
utilizzati sono assai modesti se paragonati a quelli connessi con attività di
tipo industriale. E tuttavia, nei nostri laboratori esistono anche alcune rilevanti eccezioni che, proprio in
quanto tali devono essere identificate con grande cura.
In ogni caso, indipendentemente dalla valutazione
qualitativa del rischio, ovunque si manipolano sostanze nocive è indispensabile
che gli operatori adottino le norme di buon comportamento, necessarie a
innalzare comunque il livello di sicurezza. Vale la pena sottolineare che il D.Lgs.
626/94 prevede tra i soggetti sanzionabili anche
i lavoratori che, adeguatamente informati sui rischi ed i pericoli connessi
con l’attività svolta, non mettano in atto, per propria negligenza, gli
accorgimenti necessari a ridurre al minimo un rischio per la propria e la
altrui salute. Diamo qui di seguito un esempio di norme di buon
comportamento.
n
Per
ogni attività che comporta un pericolo è indispensabile prevedere la
possibilità di un incidente ed approntare perciò le misure necessarie ad un
primo intervento immediato che riduca per quanto possibile gli effetti
dell’incidente stesso: se si manipolano acidi forti, ad esempio, è bene avere a
portata di mano una adeguata soluzione alcalina per neutralizzarne gli effetti
in caso di contatto accidentale...
n
Prelievo
di liquidi: è vietato aspirare
liquidi in pipetta con la bocca; i prelievi di liquidi tossici devono essere sempre effettuati sotto cappa, con l’aspirazione in funzione;
n
Riscaldamento
di liquidi: preferire per quanto possibile il riscaldamento indiretto
(bagnomaria);
n
Refrigerazione:
i criogeni (anidride carbonica solida, azoto liquido, elio liquido ecc.)
possono provocare ustioni anche gravi.
Nelle operazioni di travaso è obbligatorio
l’uso di guanti ed occhiali;
n
Conservazione
delle sostanze: conservare le sostanze separate per classe di reazione al
fuoco: infiammabili e combustibili, comburenti, esplosivi, ecc.; non conservare mai in laboratorio sostanze
nocive in quantità superiore a quella strettamente necessaria alla attività
quotidiana; le sostanze nocive volatili (per esempio i solventi organici)
devono essere conservate negli appositi armadi ventilati - mai nei frigoriferi di tipo domestico!
n
in
tutti i locali dove avviene manipolazione di sostanze pericolose devono essere
esposti i numeri di telefono di ambulanza, guardia medica e pronto soccorso,
Vigili del Fuoco, Centro Anti Veleni.
n
Etichettature:
è
assolutamente obbligatorio che ogni sostanza pericolosa sia etichettata.
Per una guida alla classificazione ed alle norme per la identificazione
delle sostanze pericolose si può fare
riferimento al D.M. 28/1/92. Tale norma prevede che tutte le sostanze ed i
preparati in commercio siano accompagnati da una scheda di sicurezza, che
fornisca le indicazioni essenziali per la manipolazione in condizioni sicure:
tale scheda comprende 16 voci, tra le quali la identificazione del prodotto, la
identificazione dei pericoli (con le frasi di rischio, R, ed i consigli
di prudenza, S,), le misure di primo soccorso, le misure
antincendio, le misure per la manipolazione, per lo stoccaggio ed il trasporto,
i mezzi di protezione individuale che devono essere adottati, ecc. La scheda deve
essere in italiano, e deve essere disponibile per la consultazione
durante tutto il tempo di manipolazione.
Altro strumento fondamentale di prevenzione è rappresentato
dai Dispositivi
di Protezione Individuale (DPI). Questi sono evidentemente specifici per
ciascuna attività: Per un elenco significativo dei DPI e delle attività che ne
prevedono l’uso si può fare riferimento agli allegati IV e V del 626/94. Ad ogni buon
conto quelli più comunemente utilizzati nei laboratori di ricerca chimici e
biologici sono:
n
il camice da lavoro. Ogni operatore deve
indossare sempre il camice durante la permanenza in laboratorio, non
indossarlo mai all’esterno.
n
Gli occhiali, da utilizzarsi nei casi in cui
esista un rischio di schizzi di materiali pericolosi, devono avere
caratteristiche tali da proteggere completamente l’occhio.
n
Le maschere, specifiche per ogni tipo di
sostanza, debbono essere usate quando sussista un rischio di inalazione
di sostanze tossiche o nocive.
n
I guanti, anche questi con caratteristiche
assai differenti a seconda dei prodotti che debbono essere manipolati.
ALCUNI RIFERIMENTI LEGISLATIVI
DPR 303/56
LEGGE 256/74
DPR 927/81
DM 46/82
DM 50/83
DPR 141/88