Un ominide con l'anima
di Gianfranco Biondi e Olga Rickards
da il manifesto del 24 settembre 1997
Nuovi reperti
Al capovolgimento di questa visione tutta ideologica contribuì all'inizio degli anni '30 Sergio Sergi, professore di antropologia all'università di Roma, che studiò i resti fossili di un neandertaliano rinvenuto nei pressi di Ponte Tazio a Roma nel 1929: l'uomo di Saccopastore. Sergi dimostrò senza ombra di dubbio che i neandertaliani si muovevano in posizione perfettamente eretta, esattamente come noi. Dovettero passare ancora tre decenni, però, prima che l'immagine corretta dell'uomo di Neandertal riuscisse ad affermarsi al di fuori del mondo scientifico e questa nuova fisionomia, la terza per l'esattezza, era quella di un ominide molto, ma molto simile all'uomo moderno. E da quel momento ogni idea sui neandertaliani marciò per così dire in discesa.
Negli anni trenta e quaranta si accrebbe molto il numero di fossili neandertaliani rinvenuti non più solo in Europa ma anche nel Vicino Oriente. Inoltre alcuni reperti africani ed asiatici furono erroneamente attribuiti a questo ominide e ciò contribuì a far nascere l'idea che quello neandertaliano fosse uno stadio generale dell'evoluzione dell'uomo. In altre parole i neandertaliani avrebbero rappresentato in tutto il mondo i discendenti dell'Homo erectus e gli antenati diretti dell'Homo Sapiens. Il maggior sostenitore di questa ipotesi fu Hrdlicka.
Alla fine di questo periodo comunque, si riconobbe che i fossili africani ed asiatici non appartenevano all'uomo di Neandertal e che i caratteri che condividevano con lui erano stati semplicemente eredidati dal progenitore comune, l'uomo eretto. E questo comportò ovviamente l'abbandono dell'ipotesi della fase morfologica neandertaliana.
Una domanda sorse prepotente ed ovvia in quel clima scientifico che aveva finalmente assegnato all'uomo di Neandertal un posto appropriato nella storia dell'evoluzione degli ominidi: i neandertaliani si mescolarono con l'uomo moderno? Ci sono cioé in noi geni neandertaliani? Furono soprattutto Montagu, Dobzhansky e Thoma ad elaborare questa ipotesi.
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