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PORTALE DI PRESENTAZIONE DEL CORSO
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E' il "corso professionale per professionisti" che vogliono acquisire le competenze specifiche e le
metodologie utili alle attività di:
- ideazione
- progettazione
- realizzazione
- collaudo
- adattamento
- consulenza
- ricerca
nel campo degli ausili tecnologici per la vita indipendente di persone disabili e anziane.
DI COSA SI TRATTA
Assistive technology, tecnologie assistive, ausili tecnologici, ausili... le confusione è grande in questo campo
spesso anche perché non è ancora diffusa in Italia una traduzione "ufficiale" del comune termine straniero "assistive
technology". Si va affermando però il termine di "tecnologie per la disabilità e l'autonomia" ovvero il termine "ausilio"
per indicare un esempio concreto e applicativo di tali "tecnologie". E' molto facile, dunque, fare della "filosofia" al
riguardo e, spesso, cadere nella banalità o, peggio, nel pietismo.
E' tipica dell'homo sapiens la capacità estrema di costruire non soltanto OGGETTI di uso comune (vasi di argilla,
vestiti per coprirsi) ma anche costruire oggetti che servono per fare altri oggetti (torni per plasmare vasi di argilla,
aghi per cucire i vestiti) ovvero costruire STRUMENTI. L'homo sapiens costruisce "strumenti" per fare cose che
con le sue uniche e "normali" mani, forze, movimenti, ovvero prestazioni, non potrebbe fare.
Ma SE le sue mani, o forze, o movimenti, o prestazioni, "non sono normali", allora subito l'homo sapiens si ingegna
a costruire "STRUMENTI SPECIFICI" che hanno lo scopo di consentire a persone "non normali" prestazioni in qualche
modo simili a quelle delle persone "normali". Questi "strumenti", dei quali si riconosce la "specificità" rispetto
all'utente piuttosto che rispetto all'impiego, vengono in genere identificati con la parola "AUSILI" o "ausili
tecnologici".
Rimane però ragionevolmente da chiedersi perché un coltello da cucina sia un normale "strumento" mentre
un coltello da cucina a presa facilitata debba essere considerato un "ausilio"!
Tra l'altro, a parte gli aspetti etico-morali o di semplice curiosità, tale classificazione nasconde implicazioni
economiche e sociali non da poco: ad esempio il coltello comune è venduto a basso prezzo in un negozio di casalinghi e lo si
può scegliere tra molti tipi diversi mentre il coltello speciale per disabili lo si vende in negozi specializzati,
in genere è nell'unico modello che magari "passa la mutua" e, se lo vuoi comprare con i soldi tuoi (perché ti piace
un altro modello o non sei così "disabile" da avere il diritto di averlo gratis), ti costa un occhio!
Inoltre gli AUSILI, al contrario degli STRUMENTI, non sono in genere reclamizzati al pubblico: avete mai visto la
pubblicità di una sedia a rotelle al "Carosello"?
Vero è che il modo di affrontare il problema costruttivo di uno STRUMENTO ovvero di un AUSILIO non può in generale
prescindere dalla conoscenza dell'utente, a meno che, come oggi si cerca di fare, non si cerchi di progettare strumenti
"adatti a tutti", utenti "normali" e "non normali" ovvero STRUMENTI PER L'UTENZA AMPLIATA.
Allora si prescinde dall'utente semplicemente considerando l'utilizzo dello strumento da parte di chiunque (anche di
"normali" in condizioni "critiche" come donne in gravidanza o anziani) e quindi introducendo il concetto di UTENZA
AMPLIATA. Si tratta spesso di lodevoli iniziative anche se alcuni "ausili" saranno comunque utilizzati da "non normali"
(è difficile pensare che una sedia a rotelle possa essere usata da una persona "normale" se non per stupido gioco).
Avrete notato che abbiamo finora posto le virgolette a "normali" e "non normali" senza trovare rifugi dietro i più
strani e spesso pietistici giochi di parole ("politicamente corretti") che ci parlano di "disabili", "diversamente abili",
"ipovedenti", "non vedenti", ecc. e che lasciano alle sole Sacre Scritture la residua possibilità di usare termini
come "paralitico" o "cieco".
Non vogliamo proprio entrare nella "bagarre" del politically correct. Il nostro corso vuole fornire
competenze professionali vere e concrete che i nostri studenti (voi) dovranno poi mettere realmente in pratica per
aiutare la gente e facendo ciò (addirittura!) guadagnarsi da vivere. Sarà dunque la loro (vostra) sensibilità che li
porterà ad utilizzare il termine "sedia" o "sedia a rotelle" o "sedia a ruote" o "carrozzella" o "carrozzina" o come
gli pare purché la PERSONA che userà il tale ausilio sia in grado di farlo con dignità in maniera sicura, efficace,
efficiente e soprattutto AUTONOMA fidando nella competenza professionale dell'assistive technologist.
Non siamo qui per imporre una "scuola di pensiero", non per far passare "certi concetti", non per reclamizzare questa
o quella "iniziativa", non per sensibilizzare il pubblico sulle "problematiche", non per rafforzare la figura del
"consumatore disabile" o addirittura per "emanciparlo" e neppure per ergerci a unici e credibili "veri esperti".
Più modestamente la nostra missione è formare tecnici professionisti nel campo degli "ausili" dando il massimo di
quello di cui siamo capaci in base alla nostra esperienza, ai nostri studi e al nostro lavoro giornaliero. E potete anche
fidarvi delle imitazioni, ma poi si discute.
Enrico M. Staderini
Coordinatore del corso.
IL NOSTRO LOGO
Non sembri irriverente l'utilizzo dell'immagine di una "carrozzella per infermi" così come descritta in un vecchio
manuale del gioco delle costruzioni metalliche di molti anni fa ritrovato in soffitta!
Ci è parso molto interessante ed istruttivo utilizzare una tale immagine per vari motivi:
- al giorno d'oggi non sarebbe certo "politicamente corretto" mettere una carrozzina tra le possibili realizzazioni
che si possono fare con le costruzioni meccaniche, ma è proprio quello che vogliamo insegnare ai nostri studenti!
- per giunta sul manualetto era indicata come "carrozzella per infermi", nome assai poco "politicamente
corretto", ma pur sapendo che i nomi hanno la loro importanza, non ci facciamo condizionare da essi,
- guardandola bene si nota che la propulsione avveniva manovrando una leva che con una biella muoveva la ruota (!),
francamente non sappiamo dire se un simile modo di propulsione sia mai stato utilizzato, certo è che doveva essere
assai faticoso! in particolar modo alla partenza! e roba che nel modulo didattico sulla mobilità ci dilungheremo su
dottissime ma pratiche disquisizioni sulle più avanzate acquisizioni della biomeccanica dell'interazione passeggero-carrozzina!
- ma in definitiva è proprio il nostro logo! è l'immagine che evoca la COSTRUZIONE PRATICA di uno strumento! una immagine
che ci piace molto perché rafforza l'idea di un corso pratico (sia pure in teledidattica, ma con importanti sessioni pratiche)
e soprattutto professionalizzante,
- alla fine giocheremo con l'assistive technology? Sì, ma sul serio!
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limiti dell'involontario errore umano. Né l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", né la Scuola per
l'Istruzione a Distanza (Scuola IaD), né il Dipartimento di Biopatologia e Diagnostica per Immagini, né la
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