Augusto e i giulio-claudii


Dopo la battaglia di Azio del 31 a.C. Ottaviano rimane solo a reggere le sorti dello Stato. Nel 27 a.C. gli venne conferito il titolo di Augusto. Dopo di lui altri quattro membri della stessa famiglia, la giulio-claudia, furono imperatori:

Augusto (27 a. C. - 14 d.C.)

denario di Augusto, zecca di Roma, 18 a.C.

Tiberio (14-37 d.C)

asse di Tiberio, zecca di Roma, 15-16 d.C.


Caligola (37-41 d.C.)

sesterzio di Caligola, zecca di Roma, 37-38 d.C.

Claudio (41-54 d.C.)

sesterzio di Claudio per N erone, zecca di Roma, 42 d.C.


Nerone (54-68 d.C.).

dupondio di Nerone, zecca di Roma, 66-67 d.C.

Giunto al potere, Augusto nella sua globale riorganizzazione dello Stato, attuò tutta una serie di riforme nei vari campi, religioso, istituzionale, politico e monetario.

La riforma monetaria ebbe inizio verso il 23 a.C. e il suo impianto, nonostante aggiustamenti e modifiche, rimase alla base della monetazione romana, fino a Costantino.

Augusto non apportò sostanziali modifiche, ma rinnovando nella conservazione, regolarizzò quanto già era nel sistema monetario. Nei tre metalli furono coniati sei nominali: aurei, denarii, sesterzi, dupondi, assi e quadranti, ciascuno di peso ben determinato e in preciso rapporto di valore con gli altri. I dupondi e i sesterzi furono coniati in oricalco, una lega di rame simile al nostro ottone, per distinguerli dai nominali più piccoli, di rame puro.

La presenza sulle monete di bronzo della scritta SC = senatusconsultum fa pensare che l'emissione di queste fosse affidata al Senato; è, comunque, probabile che tale diritto del Senato fosse solo fittizio e che Augusto controllasse tutta la monetazione.

La tipologia e le legende del dritto e del rovescio subisce dei mutamenti rispetto al periodo repubblicano: è l'imperatore che viene quasi sempre raffigurato sul dritto, mentre sul rovescio vi è un costante riferimento alla sua attività o alle sue virtù. Del resto anche la legenda riporta la titolatura dell'imperatore.

I successori non modificarono le disposizioni di Augusto. Solo Nerone attuò una piccola riforma, che interessò sopratutto le monete in metallo prezioso: ridusse il peso dell'aureo e del denario, riducendo anche il contenuto di argento di quest'ultimo, che venne, così, rivalutato.